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Martedì inizia il corso di letteratura greca e latina organizzato dall'UPLEA

Ascoli Piceno | Le lezioni sugli archetipi amorosi nelle lettere classcihe della Prof.ssa Piermarini si terranno presso il polo culturale di Sant'Agostino.

Inizia martedì 11 gennaio alle ore 16, alla Sala Pastori del Polo Culturale Sant'Agostino il Corso di letteratura greca, latina e italiana "L'amore nei classici, dagli archetipi antichi alla poesia moderna" organizzato dall'UPLEA, Università Itinerante Popolare del Tempo Libero e della Libera Età di Ascoli Piceno, e tenuto dalla professoressa Teresa Piermarini, che così presenta l'argomento:

" Da mi basia mille... così Catullo poetava invitando la sua Lesbia al gioco eterno dell'amore. Ma chi ha inventato il lessico dell'amore, i teneri modi di vezzeggiare l'amata, le espressioni per descrivere la passione bruciante e tormentosa? Tutto era già stato detto dai greci e dai latini, nella loro lingua, fin dagli albori della civiltà greca l'amore era "tempesta che squassa le querce montane"(Saffo), Eros che scioglie le membra, dolceamara invincibile belva". Per Didone "saucia gravi cura" (ferita da un grande tormento)l'amore per Enea, che la porterà al suicidio è subito "vulnus"(ferita) e cieco fuoco che la rapisce. E il nostro Leopardi più di 2000 anni dopo dirà " e già non sai né pensi/ quanta piaga m'apristi in mezzo al petto"( da " La sera del dì di festa"). E' bello ripercorrere le orme degli antichi poeti e riscoprire sentimenti moderni, sensazioni conosciute e vive in noi, con antiche radici, antiche forme di espressione, antichi pensieri che sono nostri ancora. Ci si sente davvero meno sperduti nell'universo, più vicini all'uomo; la poesia ci aiuta a chiarire a noi stessi i più riposti pensieri, esprime a parole quello che noi non sapremmo dire, ci fa riconoscere in noi le istanze eterne dell'umanità. Il viaggio a ritroso, (proposto in questo corso, che si svolgerà in 20 ore circa da gennaio ad aprile), dagli archetipi della poesia occidentale alla poesia moderna, ci farà scoprire come le parole poetiche si rincorrono, si trasformano, si ampliano, si raffinano, e sono sulla nostra bocca oggi, sempre le stesse e sempre nuove, pronte, dopo secoli di poesia, ad esprimere il nostro sentimento come se fossero nate oggi, se le inventassimo di nuovo"..

09/01/2011





        
  



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