Cento sagome di donne, alcune ancora vive, altre che non ce l'hanno fatta. Tutte donne marchigiane vittime di violenza negli ultimi dieci anni. Cento storie raccontate sulle sagome che parlano di quotidiana prevaricazione fisica e psicologica, e una maratona di 250 brani da leggere, con il contributo di chiunque rifiuti i soprusi sulle donne.

Le stesse donne che dicono no, gli uomini che credono in un rapporto basato sul rispetto e i giovani, che rischiano di assistere e assorbire un esempio negativo che li condizionerà in futuro. "Una manifestazione importante, se pensiamo che il 20- 30% delle donne subisce violenza almeno una volta nella vita" spiega la consigliera per le pari opportunità Palma del Zompo.

A lei il compito, insieme all'Assessore alla Pubblica Istruzione Margherita Sorge, di portare a San Benedetto la manifestazione fortemente voluta da Serenella Moroder, oggi in strada con gli studenti, che hanno presidiato la piazza per leggere le storie tratte dalla letteratura e dalla realtà in cui protagoniste sono donne vittime di abusi.

Un fenomeno per buona parte sommerso, laddove le nefandezze si compiono prevalentemente in ambienti familiari, che fanno vittime non solo tra le immigrate o le giovanissime delle classi più umili, come recita il pregiudizio più diffuso. Un percorso di consapevolezza per riempire il vuoto del silenzio, con l'esigenza prioritaria che i ragazzi spezzino la spirale di violenza con l'acquisizione della consapevolezza che è importante basare i rapporti interpersonali sul rispetto.

 "Prevenire, denunciare e non abbassare mai la guardia, imparando a valorizzare il ruolo della donna in società" dice Gaspari. Per crescere, imparando a rifiutare la violenza nelle relazioni umane.