"Un partito debole e senza la fondamentale componente civica". Così Marco Calvaresi spiega il suo rifiuto alle avances del PdL che lo voleva nelle sue fila per assicurarsi la vittoria al primo turno grazie all'alleanza con Ciccanti, accordo che lo stesso Ciccanti subordinò all'abdicazione del candidato Bruno Gabrielli.

Oggi che lo scontro con il PdL diventa decisivo, l'uomo del Nuovo Polo presenta i candidati dell'UDC che lo sosterranno alle amministrative di maggio, tutti provenienti dal mondo del lavoro e fino ad oggi lontani dalla politica. Al suo fianco ci sono: Sergio Agostini, ingegnere, Antonio Barra, docente, Massimo Bertolotti, Josef Bludzin dipendente comunale, Sante Cocci geometra, Francesca Coccia ricercatrice chimica, Liberato Di Iorio pensionato, Silvano Di Lorenzo tecnico di radiologia, Diego Emidi volontario Protezione civile, Maria Bernardina Mancini pensionata, Gino Micozzi dipendente della Provincia di Fermo, Luigi Orlandi impiegato e segretario comunale dell'Udc, William Parisiani commerciante, Domenico Pellei consulente alimentare e presidente di Fides vita, Paolo Perozzi sindacalista, Giovanni Piergallini ex direttore amministrativo Asur 12, Alberto Romani ingegnere, Andrea Sanguigni ingegnere biomedico, Luca Troiani architetto, Ines Troli operatrice sanitaria, e Matilde Zappasodi casalinga. Mancano all'appello elettorale Marco Lorenzetti, Piano Nico e Edio Costantini.

Tessitore delle sorti del Nuovo Polo, l'onorevole Ciccanti spara a zero su entrambi gli avversari: Gabrielli, perché imposto dall'alto, e Gaspari, che si vanta di essere il frutto di un'elezione democratica, quando invece alle primarie si sono espresse solo 2.600 elettori contro i 12 mila del 2006.

"Marco sarà il sindaco di tutti- dice - non ha tessere e non fa parte di lobby diversamente dagli altri candidati. Calvaresi è stato scelto dal basso e anche da chi oggi fa il tifo per Gaspari, come nel caso dell'Api".

Elettori che secondo il parlamentare, non verranno confusi dal sostegno con cui l'UDC ha salvato l'amministrazione Gaspari nel 2009, perché "quello è stato un atto di responsabilità dovuto alla città, per evitare un ben più dannoso commissariamento". Come diceva Mercedes Sosa, Todo cambia.