Manida Lombardo Pijola racconta con dovizia di particolari la storia di Nina. Si tratta di un dramma reale, riferito all'autrice da una psicoanalista dell'età evolutiva.
Una ragazzina vive un inferno nel contesto scolastico e familiare.

La tredicenne Nina si sente vuota ed isolata "come in una bolla" dice. I genitori sono solo dei "noiosi", insensibili dinnanzi alle sue problematiche. Avrebbe bisogno di coccole e affetto per vivere una giovinezza serena, invece è sola. Unica amica è la sua "tatina" Benni: bella, ricca e disinibita compagna di classe.

A scuola succede di tutto, anche il "fatto" innominabile, il "segreto". Solo dopo varie sedute dalla psicologa, Nina trova la forza per parlare, o forse solo spinta dalla "noia di star lì, senza far niente per 1 ora intera".

"E' successo che ho cominciato a fargliele toccare le mie tette, a quelli là, a ricreazione". D'altronde 3 euro a palpata "non è mica poco" per chi non ha più sogni. Nina è morta dentro.

Chissà dove sarà ora la "piccola donna". Non si sa più nulla di lei da quando ha sospeso le sedute psicoanalitiche, dopo uno stupro mai denunciato dalla famiglia. Speriamo in una svolta positiva, che Nina sia serena e circondata da affetti sinceri.

Forse un giorno diventerà una vera principessa... ma solo se avrà imparato ad ascoltare il suo cuore.