CONTRO LA LETTURA-Per una pedagogia del semianalfabetismo. Primo capitolo
San Benedetto del Tronto | Per una strana eterogenesi dei fini, migliaia di persone hanno letto le due puntate introduttive del saggio del prof. Parigi. Avranno già smesso tutte per sempre di leggere? Ecco a voi la prima parte del primo capitolo.
di Paolo Parigi

Vittorio Hugo
CONTRO LA LETTURA
Per una pedagogia del semianalfabetismo.
Un pamphlet di Paolo Parigi
Capitolo I (parte I)
Corpo gracile in mente gracile.
I problemi fisici dovuti alla lettura.
L'abuso di eroina può uccidere in pochi minuti, la cocaina in pochi mesi, il fumo in pochi anni.
La lettura, in genere, non uccide[1], ma condanna ad una vita di stenti e sofferenze, una sorta di disabilità progressiva auto-inflitta che, a partire dai cinque-sei anni, riduce pian piano un sano e fiorente virgulto all'ombra di se stesso, trasformandolo in una pianta debole, storta e soggetta all'attacco di qualunque parassita.
Racconta Simona R.,
"Ero la bimba più bella del mio condominio, bionda e con gli occhi azzurri, l'espressione civettuola e un sorriso accattivante. All'età di cinque anni ero già stata protagonista di ben tre spot pubblicitari, per dei pannolini firmati anti-arrossamento, per uno yogurt alla frutta, per delle scarpine antiscivolo. Avevo una luminosa carriera davanti e nessun pensiero al mondo. Poi, come purtroppo accade a molte ragazze, in prima elementare uno zio mi regalò per la pagella un libro illustrato, pieno di foto di farfalle, e sotto ogni foto c'erano scritte delle parole. Mostrai il libro alla mia maestra, un po' scocciata perché volevo una trousse di primo trucco, e quella, illuminandosi tutta, esclamò ‘Simona, ma questo libro è bellissimo!', e mi lesse alcune di quelle parole sotto le figure. Io stavo imparando a decifrarle, ma fino a quel giorno mi era sempre sembrata un'attività faticosa e inutile. L'entusiasmo della maestra cambiò tutto.
Nel giro di pochi mesi avevo divorato le cinque riviste dell'anno prima che avevo trovato in casa, e chiesi alla mamma di comprarmi un libro di lettura. Lei cercò di dissuadermi, dicendomi ‘Ma ne hai già uno, a che ti serve?'. Io però insistetti, e la mamma, per troppo amore, non volendo vedermi piangere, cedette. Mi portò in una grande libreria, affidandomi ad una commessa anche lei bionda con gli occhi azzurri, di cui mi fidai subito ciecamente.
Quello fu l'inizio della fine. A forza di leggere con la torcia nascosta sotto le coperte fino a notte alta, cominciai a perdere la vista. Misi gli occhiali: gli occhi non mi bruciavano più, e ripresi a leggere senza più freni. Mangiavo di fretta per correre in camera mia a finire i capitoli lasciati a metà. Trascurai la danza e il karate perché era impossibile leggere durante le lezioni. Persi l'abitudine di lavarmi i capelli ogni giorno e iniziai a farlo una volta alla settimana, da quando lo shampoo una volta mi aveva rovinato irreparabilmente una raccolta di racconti.
A poco a poco la mia schiena, forzata per ore ed ore in posizioni innaturali, si deformò, e le compagne presero a chiamarmi ‘gobbetta'. E non mi invitavano più alle feste, anche se mi carezzavano la schiena prima di entrare in classe, la mattina.
Ma per me questi non erano problemi. Potevo fuggire dalla mia realtà arida semplicemente aprendo la copertina e sfogliando delle pagine stampate. Nel rifugio impenetrabile e sicuro della carta, io continuavo a vedermi bellissima, sexy, atletica e forte...
Ora ho diciannove anni, frequento Lettere Moderne, ho una nuova montatura, ho raddrizzato le spalle e porto i capelli legati dietro. Ho ancora gli occhi azzurri, ma nessun ragazzo me li guarda, attraverso le lenti. Lo so che non guarirò mai. Mi ritrovo spesso da sola, alla mensa, e se per disgrazia finisco il libro che sto leggendo prima di aver finito il pasto, sono vittima di attacchi di ansia feroci. Allora corro al distributore, compro una bottiglietta d'acqua, e ne leggo l'etichetta, riga dopo riga, finché il respiro mi si regolarizza. Vorrei togliermeli, gli occhiali, per mostrare che l'azzurro dei miei occhi non si è sbiadito, anzi. Ma poi non vedrei il piatto..."
(fine terza puntata. La seconda parte del Capitolo I uscirà domenica 11 settembre)
[1] Salvi i casi estremi di chi vi si abbandona mentre è alla guida di un automezzo, o attraversando la strada.
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03/09/2011
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