Il tribunale delle anime. L'autore Donato Carrisi si racconta
San Benedetto del Tronto | Donato Carrisi, autore del pluripremiato thriller "Il suggeritore" e del nuovo "Il tribunale delle anime", si è fatto gentilmente intervistare prima della presentazione del suo romanzo.
di Andrea Petrelli

Da sinistra: Francesco Tranquilli, Donato Carrisi e Filippo Massacci
Innanzitutto, Donato, dicci: chi sei?
La tua è una domanda pesante! (Ride) Chi sono? Sono un narratore, uno cui piace raccontare storie, fin da bambino. Mi piace che la gente si stupisca per le storie che racconto: questa è l'essenza della mia anima. Credo che il giorno in cui terminerò di raccontare storie, finirò anche io. È molto più di una vocazione.
Che percorso formativo hai seguito?
Mi sono laureato in giurisprudenza e specializzato in criminologia e scienze del comportamento. Ho fatto tanto teatro, ho scritto per il teatro, ho fatto radio e ho fatto... faccio lo sceneggiatore, per tv e cinema, ma la formazione essenziale è quella del lettore: non puoi scrivere se non leggi. Quindi mi sono formato attraverso i libri.
E qual è il tuo libro preferito?
Quello che non ho ancora letto! (Ride)
Una risposta meravigliosa!
Sì, devo ammettere che era una frase ad effetto che sognavo di dire da tempo! (Ride)
Come è nata la tua passione per la criminologia?
È nata per caso nel momento della laurea. Ho infatti presentato una tesi sui serial killer, in particolare su Luigi Chiatti.
E secondo te come mai il "thriller" in questi ultimi anni è stato così tanto rivalutato in Italia?
In realtà devo rivelarti che c'è sempre stato un forte movimento di lettori amanti del "thriller", solo che nel nostro paese questo genere era ritenuto di "Serie B", mentre ultimante è stato nobilitato.
Ci sono sempre stati grandi scrittori giallisti italiani. Il thriller è una struttura, un modo di racconto e non c'è una ricetta sui contenuti.
Come mai non hai deciso di serializzare le avventure dei protagonisti del tuo primo romanzo "Il suggeritore"?
Dipende soprattutto dalle idee. Se non si hanno, non si può scrivere. In più, se devo scrivere il seguito di una storia solo per soldi, allora no, non ci sto e non mi interessa.
Io sono un amante dei cattivi, quindi ora ti chiedo di parlarmi del killer, anziché dei protagonisti de "Il tribunale delle anime". Come si presenta? Che ruolo svolge a livello narrativo?
Il cattivo è la prima cosa che nasce di un libro. Dopotutto è quella persona che fa muovere la storia. Come dice Jeffery Deaver: "Io non uccido mai i miei cattivi, ma li metto in un carcere di massima sicurezza." Perché il buono può morire, ma il cattivo no: puoi sempre richiamarlo alle armi e fargli "creare" nuove storie.
Hai già in cantiere un terzo libro?
Sì e credo che inizierò la sua stesura il prossimo gennaio!
In bocca al lupo al lupo, allora!
Grazie!
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19/12/2011
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