"Malapolizia": abusi di potere e vuoti legislativi
San Benedetto del Tronto | Un'inchiesta di Adriano Chiarelli che va oltre la cronaca delle violenze attuate durante gli arresti dalle forze dell'ordine e pone l'accento sullo scollamento tra società civile, giustizia e forza pubblica alimentato da lacune e ambiguità normative.
di Cristina Grossi
(Da sinistra) Mimmo Minuto, Eleonora Paci e Adriano Chiarelli
Ventitre i casi che Chiarelli esamina: alcuni noti come quelli di Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi, Giuseppe Uva, Riccardo Rasman, Gabriele Sandri, molti altri invece passati sotto il silenzio dei media: Domenico Palumbo, Stefano Brunetti, Maria Rosanna Carrus, Marco De Santis. Viene fuori uno scenario di devianza strutturale: pestaggi mortali durante le procedure d'arresto e di carcerazione, depistamenti, omissioni, protezione e omertà corporativistiche, collusione tra magistratura e pubblici ufficiali inquisiti con conseguente mancanza di attendibilità durante l'iter processuale.
"L'inchiesta mostra la debolezza della teoria delle "mele marce"; - ha spiegato Chiarelli - il comportamento deviante non è da imputare al caso isolato; ha invece radici in un malfunzionamento sistematico che coinvolge una rete di soggetti". Una disfunzione che solleva interrogativi sulla contiguità tra inquirenti e inquisiti, sulle procedure di reclutamento, addestramento e formazione delle forze dell'ordine.
Ad aggravare il quadro, le molteplici le lacune legislative dell'ordinamento giuridico italiano che lasciano impuniti gli episodi di abuso di potere: l'assenza del reato di tortura nel sistema penale; il mancato recepimento del Ceep, un codice deontologico europeo per gli operatori di polizia che, dove applicato, tende a orientare il rapporto con i cittadini sulla base della fiducia.
Si è interrotto quindi quel processo riformista in senso democratico della Polizia di Stato, avviato nel 1981 con la smilitarizzazione del corpo, che avrebbe dovuto portare a un concetto di sicurezza che anteponesse i diritti alla repressione e quindi alla configurazione di relazioni di tipo non autoritario.
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23/01/2012
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