Sabato 21 aprile, presso l'hotel Progresso, si è svolta la presentazione del libro"Il Dono Negato" del dottor Attilio Nicastro, organizzato dalla Bibliofila in collaborazione con la dottressa Cristiana Aperio.
L'argomento trattato è stato quello della stipsi, una problematica che a molti potrebbe risultare "indigesta", ma che riguarda tantissime persone ed è causa di grandi disagi.
Durante l'incontro è stato rotto il tabù nell'uso del la parola "cacca"; "Bisogna parlarne", ha affermato Nicastro.

La defecazione è infatti una funzione fisiologica, quindi il suo espletarsi dovrebbe essere vissuto in modo del tutto naturale.
Se nella prima infanzia, il bambino vive gioiosamente il momento della defecazione, tutto cambia dal momento del suo primo ingresso nella scuola materna.
Al bimbo viene insegnato che il bisogno di evacuare va tenuto per sé, non reso manifesto agli altri.
"Fare la cacca" diventa qualcosa di sporco, ed è "vietato" parlarne con la maestra o i compagni di scuola.

La stessa cosa avviene in famiglia; dopo l'età pre-scolare i genitori assumono il ruolo di educatori , ma a volte un'educazione troppo rigida può far danni.
Ad esempio, se i genitori faranno vivere al bambino il momento dell'evacuazione con ansia, il piccolo potrà manifestare il problema della stipsi.
Spesso , nel caso di lattanti e bambini piccoli, il disturbo della stipsi non è dovuto ad una malattia specifica, bensì causato da fattori psicologici. Nel trattamento di questi casi, è dunque importante che il medico faccia luce sui rapporti familiari, soprattutto indagando sul modo in cui i genitori si relazionano al bambino.
Nicastro ha affermato che: "la stitichezza non è una malattia, è un sintomo", cioè manifestazione di un altro disturbo. Il rimedio non va cercato in farmacia "facendo scorta" di purghe e medicinali, né al supermarket acquistando prugne secche e alimenti ricchi di fibra.
Bisogna abbattere gli antichi pregiudizi secondo cui lo stitico deve rassegnarsi a convivere col suo male.

"Di stipsi si può guarire", afferma il dottor Nicastro; proprio questo è il messaggio che vuole trasmettere nel suo libro. "Si tratta di un romanzo- saggio, non di un trattato medico", sottolinea l'autore.
Infatti i destinatari dell'opera non sono i medici, troppo spesso attenti solo alla casistica generale, bensì la gente comune. Un bravo medico dovrebbe andare oltre la medicina ufficiale e "prendersi cura" del paziente, non trattarlo come uno dei tanti "casi da risolvere".

"Il medico deve avere maggior coscienza", dice Nicastro, cioè interessarsi al benesere generale del paziente e inquadrarne la persona, non solo impegnarsi nella risoluzione del disturbo specifico.
Dietro la stipsi spesso ci sono cause nascoste; sta alla capacità del medico saper andare a fondo .
Non si può risolvere un male senza aver prima risolto la sua causa; ciò vale per tutti i disturbi, stipsi compresa.