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Avvocati e cittadini dicono no alla chiusura della sezione distaccata del Tribunale di San Benedetto

San Benedetto del Tronto | La giustizia deve essere un diritto per tutti. La denuncia degli avvocati: la volontà di questo governo è di cercare di non stimolare il cittadino verso la giustizia, indirizzando la popolazione verso le società private che sono nate.

di Stefania Mezzina

SALVIAMO IL TRIBUNALE: NO ALLA ROTTAMAZIONE DELLA GIUSTIZIA.
E' lo striscione che da lunedì 9 luglio campeggia sull'edificio che ospita il tribunale di San Benedetto del Tronto. E' stato fatto realizzare dall'Ordine degli avvocati di Ascoli Piceno ed è arrivato a destinazione al termine del corteo che ha visto uniti avvocati, cittadini, rappresentanti delle istituzioni, partito dall'Auditorium Tebaldini, dove nel pomeriggio di lunedì si è svolta l'assemblea organizzata dagli avvocati. "Un attacco alla giustizia e in primis ai cittadini, a cui bisogna opporsi con tutte le forze."

Un discorso chiaro, che ha trovato lo spazio per ironiche e divertenti battute, quello dell'avvocato Maurizio De Tilla, presidente dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura, intervenuto all'Auditorium per discutere con gli avvocati del Foro di Ascoli Piceno la soppressione della sezione distaccata del Tribunale.

"Ci appelliamo alla anticostituzionalità del decreto - ha detto - cosi come è stato fatto per la media conciliazione che si è anche rivelata un fallimento oltre che uno scandalo." Il presidente si è soffermato sulla possibilità che il Ministro della Giustizia disponga che vengano utilizzati a servizio del tribunale, per un periodo non superiore a 5 anni, gli immobili di proprietà comunale adibiti a servizio delle sezioni distaccate soppresse. Rifiutato fortemente, inoltre, il termine casta utilizzato dal presidente del consiglio Monti: "difendiamo i cittadini di tutti i generi e non le grandi imprese - ha detto - e questo decreto non può andare avanti".

Decisi anche gli interventi dei delegati regionali dell'Oua, Angelo Gattafoni e Raffaella Giovannelli: "la volontà di questo governo è di cercare di non stimolare il cittadino verso la giustizia - hanno detto - magari indirizzando la popolazione verso le società private che sono nate. Un disegno di privatizzazione della giustizia, già messo in atto tramite la conciliazione."

Dello stesso tono l'intervento del Presidente dell'Ordine, avvocato Francesco Marozzi, che ha sottolineato il grande carico di lavoro del tribunale e i costi che dovrebbero essere affrontati per adeguare il servizio ad Ascoli Piceno. La soppressione della sezione distaccata di San Benedetto, infatti, non comporterebbe alcun risparmio di spesa, ma, al contrario, dispersione di risorse finanziarie, in quanto il Tribunale di Ascoli Piceno non potrebbe ospitare i dipendenti attualmente in forza a San Benedetto (dove l'edificio è di proprietà del comune e all'Erario nazionale viene chiesto solo il rimborso, delle spese per il funzionamento e la manutenzione, per circa il 50%) e quindi sarebbe necessario prendere in locazione ulteriori locali.

In ogni caso, è stato ribadito, "la questione nasce dopo la legge del 23 agosto 2011, prima del governo Monti e solo ora si associa ai tagli di spesa." La soppressione, inoltre, graverebbe sugli utenti del territorio ma anche sull'indotto. Nel corso dell'assemblea, è stata nuovamente sollevata la necessità di rivedere la geografia giudiziaria, facendo passare sotto la competenza del Tribunale di Ascoli Piceno i comuni che ricadono nella provincia di Ascoli, attualmente nella circoscrizione di Fermo. Gli avvocati dell'Ordine di Ascoli Piceno, chiedono anche il trasferimento del Magistrato di Sorveglianza dall'attuale sede di Macerata al territorio piceno, vista la presenza ad Ascoli Piceno del carcere di primaria importanza Marino del Tronto. La vicinanza del comune di San Benedetto è stata espressa dall'assessore Luca Spadoni nel suo intervento, e per la Provincia dal presidente Piero Celani, mentre l'onorevole Cavallaro, anch'egli avvocato, ha sottolineato il ritardo con il quale è stata affrontata la questione soppressione. Tra i presenti, alcuni rappresentanti dei comitati di quartiere di San Benedetto, sensibilizzati dall'Ordine degli Avvocati, in corteo fino al Tribunale, dove è stato esposto lo striscione che invoca la salvezza della sezione di San Benedetto dalla riforma.

 

11/07/2012





        
  



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