Faceva freddo ieri sera  in Palazzina Azzurra, un 28 Giugno insolitamente autunnale ha accolto il primo dei grandi nomi previsti all’interno della rassegna "Incontri con L’autore", e noi non ce lo siamo perso.

 Parliamo di Marco Mancassola.

Un giovane, di bell’aspetto con un sorriso cordiale e soprattutto con un bel pensare e scrivere.

Edito da Feltrinelli ha prsentato a San Benedetto la sua ultima opera, “Gli Amici del Deserto”

Introdotto da Mimmo Minuto che, come al solito, sempre attento ai nuovi e meritevoli giovani emergenti ha colto al volo, anticipando l’inizio del festival  di qualche giorno, infatti è l’unica data prevista per Giugno, l’opportunità di averlo in città.

Presentato da Filippo Massacci l'incontro si è snodato su una serie di domande e riflessioni dell’autore e sui vari personaggi della storia.

Un viaggio di amici nel deserto come metafora  e pretesto di un più ampio viaggio all’interno del sé di ognuno di loro.

Una serie di fallimenti, sentimentali e lavorativi, portano il protagonista narratore, rimasto dall’inizio alla fine senza nome ad intraprendere un viaggio attraverso il deserto, quello suggestivo della California.

La scelta di non dare un nome al personaggio principale, agevola il lettore nell’immedesimazione con lo stesso offrendo elementi di riflessione a più livelli per un finale non svelato ma anticipato come assolutamente non scontato né prevedibile.

Una scrittura semplice e immediata quella di Mancassola, per questo godibile e credibile, scevra da quel ridondante linguaggio tipico di chi,  ha pochi contenuti e molta forma.

Un romanzo non autobiografico, ci tiene a precisare l’autore, ma con tematiche assolutamente conosciute quale il tema della depressione, vissuto di riflesso e  la conoscenza del deserto per averlo vissuto ed esplorato in uno dei suoi molteplici viaggi.

Un libro scenico e scenografico che affronta attraverso i suoi personaggi il confronto con la leggenda americana, un tema già trattato in letteratura e al cinema ma non ancora esaurito.

Un’ora e mezza di arricchimento al quale non poteva dirsi di no.

Solo un piccolo appunto: ieri sera un mio amico era presente in Palazzina, affatto affollata visto il clima non proprio mite, con il suo cane, seduto nelle ultime file per non dare fastidio, è stato fatto allontanare dal custode che, come Sordi ne il “Vigile” ha rispettato alla lettera il regolamento affisso al muro.

Ora io chiedo formalmente all’Amministrazione, anche nell’ottica delle nuove normative in materia, di  rivedere il divieto o in subordine formare adeguatamente  il proprio personale, l'addetto alla location infatti, alle lievi rimostranze  ha risposto, “Vattela a prendere col Sindaco”. Non sono questi i modi e le modalità con cui si fa accoglienza in un paese che vuol dirsi a vocazione turistica, non è questo un bel servizio fatto all’Amministrazione e ai suoi Rappresentanti che sempre più pagano lo scotto di un’ignoranza diffusa in coloro che ne sono promanazione, diretta o indiretta.

La  Palazzina Azzurra è un luogo all’aperto con ampi spazi,  un piccolo cagnetto educato, tenuto al guinzaglio, avrebbe apprezzato tantissimo la serata, molto più di tante umane teste.