L'amministrazione comunale di Tortoreto punta ad incentivare flussi di turismo culturale
Tortoreto | La Domus delle Muracche da martedì 6 agosto torna alla luce dopo secoli e secoli di buio sotterraneo e dopo lunghi anni di scavi. Si tratta di una villa rustica che si estendeva per 3710 metri quadrati
di Stefania Mezzina
La presentazione dell'evento
Tortoreto punta ad incentivare flussi di turismo culturale.
A pieno titolo, potendo presentare il progetto di recupero del sito archeologico Le Muracche, intrapreso dall'amministrazione comunale con l'obiettivo di valorizzare le straordinarie emergenze archeologiche, storiche e culturali presenti sul territorio.
Un progetto di promozione che prenderà il via martedì 6 agosto, alle ore 18, con il convegno di archeologia e il taglio del nastro della Domus delle Muracche che torna alla luce dopo secoli e secoli di buio sotterraneo e dopo lunghi anni di scavi.
Si tratta di una villa rustica che si estendeva per 3710 metri quadrati, dove si producevano più di 10.000 litri di vino fino al V secolo avanti Cristo.
La Soprintendenza per i beni archeologici dell'Abruzzo ha eseguito gli interventi di restauro dei mosaici e di ripristino idrogeologico a seguito dell'alluvione del 2011 e tutta l'Amministrazione Comunale di Tortoreto, in particolare il Sindaco Generoso Monti e il delegato ai Beni Culturali, architetto Lanfranco Cardinale, da martedì 6 agosto ne promuove la valorizzazione, tramite visite guidate effettuabili tramite prenotazioni, a cura del Gruppo archeologico del medio adriatico.
Le ricerche archeologiche condotte dalla Soprintendenza fin dal 1988 hanno rivelato che la villa rustica fu costruita secondo uno schema diffuso in età romana, suddivisa in due parti ben distinte e ricche di mosaici policromi, anfore italiche, vasche di fermentazione e torchio: la pars urbana, in posizione panoramica verso il mare, ospitava la zona residenziale con le stanze di rappresentanza e quelle private erano riservate al proprietario e alla sua famiglia.
Il progetto di sistemazione del sito di 2500 anni fa, si è sviluppato tramite lavori di presidio idrogeologico e restauro per la salvaguardia del bene danneggiato dall'evento alluvionale, finanziato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e la direzione dei lavori è stata affidata al Funzionario della Soprintendenza per i beni archeologici di Chieti, dottoressa Sandra La Penna.
Martedì 6 agosto alle ore 18 il sito sarà riaperto e se ne parlerà tramite una tavola rotonda con studiosi di archeologia della Soprintendenza per i beni archeologici dell'Abruzzo, tra i quali la stessa dottoressa La Penna, quindi la dottoressa Paola Di Felice - Direttore museo archeologico di Teramo, la professoressa Luisa Migliorati - Docente di archeologia presso l'Università La Sapienza di Roma.
Relatore anche il professor Leonardo Seghetti, che ripercorrerà la storia del vino dall'antica Roma e Marino Giorgetti, che illustrerà la storia dell'olio partendo sempre da Roma Caput Mundi.
Nella villa si trovano parti di orci che contenevano vino e olio, due prodotti che caratterizzano in maniera straordinaria la nostra civiltà mediterranea.
Al termine degli interventi e dopo la visita guidata del sito, è in programma una degustazione dei vini abruzzesi e degli oli del comune di Tortoreto, a cura della Condotta Slow Food Val Vibrata-Giulianova, guidata dal fiduciario Raffaele Grilli, che curerà anche la successiva cena a tema, dal titolo "Romae Antiquate Convivium". La cena si svilupperà alla Cantina del Nonno, a Tortoreto Alto, dove gli chef cercheranno per quanto possibile di far rivivere l'esperienza della cena sviluppata in un atmosfera particolare, cioè iniziando dalla lavanda delle mani aiutate da due ancelle e offrendo un menù abbastanza fedele alle usanze di duemila anni fa.
Il menù prevede verdure fritte in tempura, ostrica, uovo sodo, Puls di farro, ovvero cuore del farro, che veniva servito ai soldati affinché non si addormentassero, sgombro al vapore, Ceci piccoli italiani al profumo di alloro, zuppa di orzo, agnello alla moda di Tarpeio, insalate amare, Pecorino di Farindola (Unico formaggio al mondo fatto con il caglio di maiale.) Libretto di fichi secchi, Melograno, Fico con le mandorle, Padellata di mele, datteri.
La cena, che vuole essere una esperienza sensoriale sul cibo, sfatando la nomea che i romani erano solo dei impenitenti mangiatori e bevitori, mentre, al contrario erano veramente dei raffinati, sarà accompagnata da alcuni vini del territorio.
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06/08/2013
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