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Agostini:"Ho sollecitato un'unità di intenti sia nell'azione che nelle iniziative da intraprendere"

Ascoli Piceno | Due interrogazioni presentate al Ministero dello Sviluppo economico ed al Ministero dell'Agricoltura circa la situazione derivante dalla gestione e la governace della società cooperativa Cooperalat con particolare attenzione riguardo la ex Coalac di AP.

di On Luciano Agostini

Luciano Agostini

Di fronte alle preoccupazioni su possibili interventi che metterebbero in pericolo alcune realtà produttive e il loro indotto, in allegato le 2 interrogazioni presentate al Ministero dello Sviluppo economico ed al Ministero dell'Agricoltura circa la la situazione derivante dalla gestione e la governace della società cooperativa Cooperalat con particolare attenzione riguardo la ex Coalac di Ascoli Piceno.

Sin dall'inizio della vicenda, il sottoscritto ha silenziosamente sollecitato un'unità di intenti sia nell'azione che nelle iniziative da intraprendere. Purtroppo ciò non è stato riscontrato nell'azione del sindaco castelli il quale sembra più concentrato alla sua campagna elettorale piuttosto che ad una corale azione amministrativa avente un solo obiettivo: la salvaguardia delle produzioni locali. Tant'è che se ne è avuta ulteriore dimostrazione nell'incontro di ieri nel quale né il sottoscritto membro della commissione agricoltura né l'assessore regionale con delega al piceno Canzian sono stati chiamati all'incontro con il presidente Spacca, le organizzazioni sindacali e chissà perché solo da un'organizzazione di categoria agricola.

Rammaricato da tale condizione, facendo leva sul senso di responsabilità che caratterizza ogni buon politico, invito l'Avv Castelli a tornare nei ranghi ed unirsi ai tanti amministratori che silenziosamente ma senza sosta stanno cercando di dare una svolta positiva all'annosa problematica lavorativa dell'ex coalac.

Al Ministero per lo sviluppo economico - SEDE
Il sottoscritto On. Luciano Agostini, Deputato della Repubblica, interroga la S.V. per conoscere, premesso che:
- la Cooperlat Soc. Coop.Agricola, costituita nel 1982 nelle Marche quale "polo del latte" per la raccolta, la lavorazione e la conservazione del latte alimentare e dei suoi derivati, la commercializzazione all'ingrosso e al minuto dei prodotti alimentari in genere, del latte, del burro, della panna, del formaggio, nonché altri prodotti e sottoprodotti lattiero caseari di sua produzione è composta da 13 cooperative di base, associa circa 1.000 produttori agricoli che conferiscono la materia prima latte, è tra le prime aziende del settore lattiero-caseario in Italia e tra le più importanti all'estero; opera in concreto con linee principali prodotti caratterizzati da marchi Tre Valli e Hoplà leader nel settore delle creme vegetali;
- è una cooperativa a mutualità prevalente con un tasso di apporto dei soci pari al 52,90% registrato nel 2011, che ha vissuto per circa trent'anni in armonia con una crescita graduale e costante fino a raggiungere nel 2010 un valore del fatturato di oltre 203 milioni di euro, fintanto che in occasione del rinnovo delle cariche sociali del 26 aprile 2012 si è determinata una profonda frattura nella compagine sociale che ha visto collocare fuori dalla "governance" con una procedura di voto discutibile e ardita, la parte più qualificata delle cooperative di base, ossia la Coalac Soc. Coop. Agricola, la Frentana Soc. Coop.Agricola a r.l. e la Petrano Soc. Coop. Agricola a r.l., che sono le uniche aziende produttrici marchigiane e abruzzesi di latte fresco di Alta Qualità con conferimento totale alla Coperlat, mentre sono rappresentate aziende cooperative minori con conferimento parziale del latte;
- su sollecitazione delle tre cooperative estromesse, in data 22/11/2012 si è conclusa una ispezione ministeriale promossa dalle strutture di vigilanza dipendenti di codesto ministero sugli enti cooperativi, la quale, in merito al rinnovo delle cariche sociali avvenuto in data 26/04/2012 della cooperativa Cooperlat delle Marche, al punto 55 del verbale della loro ispezione, tra altre valutazioni, ha concluso con le seguenti considerazioni: "Gli attuali amministratori e i tre rappresentanti legali delle cooperative soci dissenzienti, devono compiere un percorso di avvicinamento atto a responsabilizzare tutti coloro che partecipano alla vita dell'impresa, riportando così la situazione societaria nell'alveo di una maggiore coesione sociale. In quest'ottica, dovrà risultare fondamentale l'opera di mediazione di Confcoperative che potrebbe contribuire a superare le contrapposizioni in corso, tenuto conto che comunque in un sodalizio di 13 soci (e non di 400 soci) vi è senza dubbio la possibilità di ricompattare la base sociale, anche attraverso l'ingresso dei soci esclusi dall'organo di gestione. In conclusione gli scriventi revisori, sebbene sotto un profilo di illegittimità per quanto concerne il rinnovo delle cariche sociali, abbiano già formulato il proprio parere al punto 47 del presente verbale ("Sotto il profilo meramente formale, si riscontra il buon funzionamento degli organi societari..."- ndr), ritengono sotto un profilo di merito di dover ribadire quanto segue: in data 26 aprile 2012 si è verificata una frattura profonda della base sociale può essere superata soltanto con politiche gestionali di buon senso e ragionevolezza. in quest'ottica l'ampliamento dell'organo di gestione appare come una scelta opportuna, anche nei confronti di osservatori terzi (banche, enti collegati, istituzioni) al fine di proseguire l'importante azione di valorizzazione dei prodotti Cooperlat nei vari mercati nazionali ed esteri, con una forte unità di intenti e di comune accordo con tutti soci, nessuno escluso.";
- gli ispettori, pur non ritenendo possibile dichiarare invalida l'Assemblea del 26 aprile 2012 in ragione della decadenza della relativa azione, hanno tuttavia stigmatizzato l'esclusione delle tre cooperative ricorrenti (Coalac di Ascoli Piceno; Frentana di Lanciano e Petrano di Fano) dalla "governance" societaria, stante la violazione dei principi di democraticità, parità di trattamento e trasparenza delle procedure di voto insite nel sistema cooperativistico, anche perché la imposizione, ancorché a maggioranza dei soci presenti, di una "lista bloccata" si presta alle seguenti osservazioni:
a. "è noto che per ritenere valida ed ammissibile tale modalità di votazione deve essere concessa ai soci dal presidente dell'assemblea la facoltà di cancellare dalla scheda di voto i nominativi proposti per sostituirli con altri di proprio gradimento ciò invece non è avvenuto sostenendo che "l'assemblea è sovrana" concetto che se male interpretato porta molto spesso al compimento di errori ed irregolarità, non avendo la stessa poteri indiscutibili ed inoppugnabile, stante che la legge prevede la possibilità che i suoi deliberati possono essere impugnati (nullità o annullabilità) quando non siano rispettosi dello statuto, della legge e specie nelle cooperative di principi generali che rendono la cooperativa diversa da una società di capitali e quindi non gestibile secondo modalità non in linea con i principi di democraticità che sono sicuramente imposti da quelli cooperativistici";
b. "risulta di gravità inaudita anche il fatto di delegati che chiamati a votare una lista bloccata senza che il presidente aprisse la discussione sulla sua composizione e sui soggetti facenti parte della lista, e senza che venisse rappresentata dai soci, liberi di esprimere il loro voto anche nei confronti di soggetti diversi da quelli indicati in tale lista, e senza predeterminare né illustrare all'assemblea che anche chi non fosse indicato in questa lista bloccata poteva essere eletto nel C.d.A.";
c. "Sono stati violati i diritti della minoranza dissenziente che non condivideva l'arbitrario metodo di voto della lista bloccata, ed è stata operata una grave discriminazione negando la possibilità gli ex vicepresidenti del C.d.A. di presentare le loro candidature ad una propria lista di candidati alle cariche di amministratori diversa da quella presentata dalla maggioranza".
- gli stessi ispettori, nel verbale di che trattasi, al punto 56 hanno suggerito altresì una "moral suasion" delle istituzioni (locali e nazionali) soprattutto attraverso la mediazione di Confcoperative (nazionale e regionale) che abbia come esito finale"... un ampliamento dell'organo di gestione da 9 a 11 soci, e comunque di adottare qualsiasi soluzione idonea a proseguire l'azione di valorizzazione dei prodotti Cooperlat con una forte unità di intenti di comune accordo con tutti i soci, nessuno escluso".
- a tutt'oggi la situazione è rimasta inspiegabilmente e deprecabilmente allo stesso punto, con l'aggravarsi delle tensioni interne alla compagine sociale, che hanno portato il Consiglio di Amministrazione, in data 19/12/2013, a deliberare la chiusura dello stabilimento di Ascoli Piceno ex Coalac di Ascoli Piceno, dove si lavorano ogni anno ben 20 milioni di litri di "latte fresco di Alta Qualità e panna fresca", con il depauperamento di circa 100 aziende zootecniche e la messa a rischio di circa 80 posti di lavoro, colpendo così una economia dell'entroterra già duramente stremata dalla crisi sociale conseguente alla crisi economica che ha colpito il nostro Paese;
- contravvenendo alle oneste e ponderate sollecitazioni degli ispettori e mantenendo la "governance" sostanzialmente inappropriata, è stato proposto dal Consiglio di Amministrazione ed approvato dall'Assemblea dei soci, un nuovo regolamento interno relativo al conferimento del latte che per i suoi contenuti ha penalizzato i soci a conferimento totale , vale a dire le cooperative marchigiane ed abruzzesi maggiormente impegnate ed esposte in caso di perdite dovute alla gestione, rispetto ai soci a conferimento parziale che hanno assunto la "governance" del Gruppo Cooperlat, violando i principi di democrazia cooperativistica e non tenendo conto di quanto rilevato nei passi dei verbali citati dagli ispettori ministeriali;
- se non ritiene di convocare le parti (presidente del Consiglio di Amministrazione e i rappresentanti delle tre cooperative ricorrenti) al fine di prevenire ulteriori danni economici alla stessa Cooperlat, al suo sistema associativo e all'economia picena e teramana, affinché si proceda all'allargamento da 9 all'11 membri dello stesso Consiglio di Amministrazione;
- se nella funzione di controllo non intende irrorare sanzioni alla Cooperlat, prefigurandone anche il commissariamento, stante le persistenti violazioni dei principi di mutualità, democraticità e trasparenza, che sono elementi essenziali della cooperazione.

Si chiede risposta scritta.
Roma, 27 dicembre 2013
On. Luciano Agostini

Interrogazione al ministro dell'agricoltura

La Cooperlat Soc. Coop. Agricola costituita nel 1982 nelle Marche quale "polo del latte" per la raccolta, la conservazione del latte alimentare e dei suoi derivati, la commercializzazioneall'ingrosso e al minuto dei prodotti alimentari in genere, del latte, del burro, della panna, del formaggio, nonchè altri prodotti e sottoprodotti lattiero caseari di sua produzione é composta da 13 cooperative di base, circa 1000 produttori agricoli che conferiscono la materia prima latte, é tra le prime aziende del settore lattiero-caseario in Italia e tra le più importanti all'estero.
Che la Coalac Soc.. Coop. Agricola ex centrale del latte della provincia di Ascoli Piceno é una delle 13 aziende che compongono il gruppo cooperlat, e che rappresenta una delle realtà agroindustriali più importanti del territorio Piceno.
Che da articoli comparsi sulla stampa si apprende che per problemi di governance del gruppo cooperlat, lo stesso avrebbe deciso senza che vi siano stati problemi di riduzioni di quote di mercato di eliminare la produzione dei prodotti con relativa riduzione della raccolta del latte sul territorio dallo stabilimento di Ascoli Piceno.
Che attualmente nello stabilimento di Ascoli ci lavorano circa 50 dipendenti più l'indotto, e che la provincia di Ascoli rappresenta il territorio dove si produce la maggior quantità di latte nelle marche.
Che per soddisfare le proprie esigenze produttive il gruppo cooperlat si approvvigionerebbe del latte necessario da altre aziende fuori regione a prezzi addirittura superiori.
Si chiede al ministro di
Verificare se le notizie diffuse sulla stampa, risultino essere vere.
Se siano in essere pratiche di finanziamento pubblici in corso per piani di miglioramento aziendale.
Se eventualmente si possa costituire presso il ministero un "tavolo" di lavoro per seguire l evolversi della situazione alfine di evitare la riduzione della produzione nella stabilimento di Ascoli Piceno, con conseguente perdita dei posti di lavoro e riduzione della raccolta del latte che metterebbe ulteriormente in "ginocchio" il territorio Piceno già duramente colpito dalla crisi economica in atto.


On. Luciano Agostini. Li, 9/01/2014

 

09/01/2014





        
  



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