Processione del Cristo Morto di Monteprandone
Monteprandone | La processione del Cristo Morto di Monteprandone, che si ripete ogni venerdì santo, quest'anno ha richiamato un gran numero di spettatori al seguito dell'imponente corteo funebre. Il vescovo Carlo Bresciani ha assistito alla cerimonia.
di Chiara Tremaroli
Processione Cristo Morto(archivio)
I lampioni velati di rosso emanano un chiarore soffuso; centinaia di piccole fiammelle danzano lungo i lati delle vie. I fedeli si stringono nei piumini al soffio del vento freddo, con la mano protesa a proteggere il proprio lumino; si scambiano poche parole sottovoce. Poi, il suono potente e doloroso dell'orchestra sovrasta il brusio, rimbomba tra i vicoli. E la processione ha inizio.
La processione del Cristo Morto di Monteprandone, che si ripete ogni venerdì santo, quest'anno ha richiamato un gran numero di spettatori al seguito dell'imponente corteo funebre. Al centro di tutto, ancora una volta, la splendida statua lignea del Cristo, realizzata da Emidio Paci, adagiata nel suo ricco sarcofago di oltre quattrocento chili che, annualmente, fa il giro del paese sulle spalle di quattro portatori.
La statua della Vergine incoronata d'oro, il coro delle addolorate, i simboli della passione ed i gonfaloni rossi sono solo alcuni degli elementi tradizionali che contribuiscono a rendere l'evento monteprandonese uno dei più belli della regione. La ricorrenza di quest'anno, inoltre, è stata resa ancora più suggestiva dall'intervento del vescovo Carlo Bresciani, che ha assistito alla cerimonia nonostante i numerosi impegni.
Una chiesa gremita ha accolto la sua predica, dura nel condannare l'egoismo umano, ma fiduciosa nella grande misericordia di Dio, che tutto perdona. Il Cristo Morto nella sua bara nera, in quel momento, ispirava la stessa sensazione di quelle parole: non tanto di lutto, ma di pentimento e severità, nell'attesa della gioia della Pasqua.
La bara con il Cristo è stata costruita a metà dell'800, perché con la sua magnificenza ispirasse rispetto e devozione nei fedeli di allora; tale effetto è ancora ben visibile al giorno d'oggi: decine di spettatori, dopo la processione, si sono accostati ad essa per rendere l'estremo saluto al Messia.
La cerimonia è sicuramente l'evento più sentito di Monteprandone, che ogni anno mobilita oltre cento paesani per cantare, suonare e sfilare in tuniche e paramenti. Di particolare rilevanza è stato il ruolo dei giovani, dediti a quasi tutte le mansioni. Vedendo l'impegno delle nuove generazioni, possiamo confidare che Monteprandone manterrà ancora a lungo la storica processione, grazie anche ad un recente progetto di rivalorizzazione culturale, promosso da Comune e Pro Loco, che interessa tutto il territorio.
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20/04/2014
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