Giovedì 17 agosto Annalisa Frontalini presenterà il suo libro “Dentro la pausa di una musica jazz”
San Benedetto del Tronto | Giovedì 17 agosto, nell’ambito della rassegna “Incontri con l’autore”, XXXVI edizione, al Circolo Nautico di San Benedetto del Tronto, Annalisa Frontalini presenterà “Dentro la pausa di una musica jazz” (Di Felice edizioni).
di Elvira Apone
Annalisa Frontalini
Giovedì 17 agosto, alle ore 21,15, presso il Circolo Nautico di San Benedetto del Tronto, nell’ambito della rassegna letteraria “Incontri con l’autore”, organizzata dalla libreria Bibliofila, dall’associazione culturale “I luoghi della scrittura” in collaborazione con il Circolo Nautico e con il comune di San Benedetto del Tronto, Annalisa Frontalini presenterà il libro di poesie e foto d’autore dal titolo “Dentro la pausa di una musica jazz” (Di Felice edizioni). Converserà con l’autrice il magistrato e poeta Ettore Picardi e saranno presenti il fotografo Paolo Soriani e l’editrice Valeria Di Felice.
Annalisa Frontalini, con alle spalle una ricca esperienza nella gestione delle risorse umane, da sempre attenta al mondo dell’arte e già da tempo organizzatrice e promotrice di eventi culturali, è presidente dell'associazione culturale “Rinascenza” di San Benedetto del Tronto e direttore artistico della rassegna letteraria e musicale “In Art”, una raffinata kermesse che propone incontri caratterizzati dall’unione di diversi generi artistici. Per la Di Felice Edizioni dirige la collana “Note di Rinascenza”, che accoglie opere che hanno come sottofondo una melodia. “Dentro la pausa di una musica jazz” (Di Felice edizioni), libro di poesie e foto d’autore, che presenterà giovedì 17 agosto al Circolo Nautico, rappresenta il suo esordio letterario: il libro ha la prefazione di uno degli esponenti più originali della poesia contemporanea, Claudio Damiani, autore di diverse raccolte poetiche tradotte in tutto il mondo, caratterizzate da una grande limpidezza espressiva e da un forte spirito contemplativo, ed è impreziosito dagli splendidi scatti del fotografo Paolo Soriani, che ha scritto anche la postfazione.
Paolo Soriani, fotografo d’arte tra i più illustri del panorama nazionale, è fotografo di musica da oltre venticinque anni, ha lavorato, tra gli altri, con Stefano Bollani, Ralph Towner, Oregon, Paolo Fresu, Enrico Rava, Jan Garbarek, Doctor 3, Enrico Pieranunzi, Area, e attualmente insegna presso la John Cabot University. Come lui stesso ha scritto nella postfazione, la scelta delle immagini da inserire nel testo gli è stata dettata prevalentemente dall’istinto, “evitando situazioni descrittive, e seguendo come unico leit-motiv la poesia, a creare una improvvisazione a due voci, un interplay che potesse aggiungere alla parola scritta una ricchezza armonica o, semplicemente, un tocco di luce.”
“Dentro la pausa di una musica jazz”
Come una carezza leggera, che sfiora appena la pelle, ma che lascia sul viso la sua impronta sottile, la poesia di Annalisa Frontalini, frutto di una personalità sensibile e raffinata, sembra svelarsi a poco a poco, con garbo e delicatezza, e con quella tenerezza che traspare in ogni suo verso, in ogni sua parola, mai ostentata, mai gridata, ma sempre e soltanto sussurrata, mormorata, bisbigliata, come un lieve soffio di vento (“Sussurrami con gli occhi/una carezza profonda... sussurra parole di vento…Regalami baci sussurrati”). È una poesia d’amore la sua, anzi, rovesciando i termini, è l’amore che diventa poesia, l’amore che, attraverso la sua scrittura poetica, acquista forma e sembianza, divenendo realizzazione materiale di un sentimento coniugato in tutte le sue possibili accezioni. Un amore, quindi, che assume tanti toni, tante sfumature, tante voci e tanti volti, un amore che offre piena realizzazione di sé, che si manifesta in tutta la sua completezza e che, come nella vita di ciascuno di noi, disegna una storia fatta di gioia, dolore, nostalgia, rimpianto, delusione, amarezza, allegria, fiducia, speranza. Perché come l’arcobaleno, anche l’amore dipinto da Annalisa Frontalini ha tutte le tinte dell’iride e non può prescindere né dalla sofferenza: “Mi innamoro del tuo dolore/perché il mio l’ho perso”; “Ti guardo/e mastico il tuo dolore”, né dalla paura: “La paura è necessaria, è il tratto stretto che conduce alla meta”, poiché soltanto chi non ama non soffre e non teme.
Una silloge poetica questa, che, come suggerisce il titolo, “Dentro la pausa di una musica jazz”, si divide in due parti, non certo opposte l’una all’altra, ma complementari, legate tra loro proprio come in un brano musicale: il tema centrale, in cui compaiono tutti gli elementi fondamentali dell’opera, e l’improvvisazione, che riprende in maniera libera lo stesso nucleo portante. Nella prima parte di questo percorso d’amore, tutte le più intime e riposte sensazioni diventano lucide e nitide immagini di un mondo interiore variegato e multiforme, che mai esaurisce la propria energia vitale, e prorompono dirompenti e vivide. Poi, da protagoniste, pian piano sembrano spostarsi sullo sfondo della narrazione per lasciare il posto al racconto, al dialogo, alla parola che, a questo punto, diviene portatrice sana di quegli stessi sentimenti che, se prima si potevano vedere e toccare, ora si possono sentire. E come sul filo di una vicenda che lega passato e presente fino a guardare con attesa al futuro: “Ma il sole, si sa, torna sempre a riprendere il suo posto”, quasi in punta di piedi, per non sciupare la magia creata da parole che mai sembrano uscite per caso dalla sua penna, Annalisa Frontalini continua a credere nell’amore, in quell’amore che non si limita al rapporto sentimentale tra i due sessi e che non svanisce con la fine di una storia, o di tante storie, ma che, al contrario, durerà per sempre, anche al di là della vita stessa.
Leggendo queste sue liriche, non nego di aver pensato a quelle di due grandi poetesse del mondo slavo: la russa Anna Achmatova e la bulgara Blaga Dimitrova. Il paragone nasce forse da una particolare sensibilità di percepire l’amore e di esprimerlo con sincerità e onestà, o forse da quella loro impossibilità di vivere la vita a prescindere da esso, o forse, più semplicemente, da quella loro continua e instancabile ricerca della misteriosa verità che l’amore racchiude. In ciascuno dei casi, si tratta comunque di una poesia che nell’amore, in senso ampio, trova la sua ispirazione e lo rappresenta in modo vivo, reale, senza veli e ipocrisie. Una poesia del quotidiano, dei gesti non eclatanti, delle emozioni autentiche, degli scambi verbali, delle piccole cose che riempiono la nostra esistenza che, nell’amore, che sia estasi o tormento, incontro o separazione, desiderio appagato o promessa infranta, trova sempre il suo significato.
È una poesia, quella di Annalisa Frontalini, che si lascia leggere tutta d’un fiato, che scorre con semplicità e naturalezza; una poesia in cui i ricordi, i pensieri e le emozioni vengono evocati con un linguaggio pregnante e concreto, pulito e immediato, privo di astrazioni. Una poesia che richiama alla mente e al cuore, proprio perché estremamente tangibile, colori (“un glicine giallo come pegno d’amore”; “e non so quando tornerai/a mostrare i tuoi cieli rosa”), sapori (“e mordicchio le tue parole/come mela matura”; “e quando mi baci/ciliegia e peperoncino/e zenzero e cioccolata”), suoni (“una nota blu a riempire/i solchi scavati nella carne/da mani indurite”; “ardesia graffiata/frammenti di vetro sotto i denti”), odori (“nel profumo di un’arancia matura/il sapore delle tue parole”; “profumo di mosto d’uva fragola”); una poesia dei sensi, che entra nell’anima, perché l’anima sa riconoscere il vero amore e, una volta riconosciutolo, non riesce più a farne a meno.
L’appuntamento è, quindi, per giovedì 17 agosto alle 21,15 al Circolo Nautico di San Benedetto del Tronto con il libro d’esordio “Dentro la pausa di una musica jazz” (Di Felice edizioni) di Annalisa Frontalini.
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15/08/2017
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