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La PicenAmbiente Energia realizzerà la stazione di teleriscalamento a Ragnola?

San Benedetto del Tronto | Sarebbe l'alternativa che, anche se non ufficiale, sta circolando con sempre maggior convinzione. Intanto la stessa società, con un'assemblea straordinaria, ha deciso di non sciogliersi. Per ora.

di Carmine Rozzi


La PicenAmbiente Energia non si scioglie. E’ quanto è emerso dalla riunione delle due assemblee dei soci : la Ordinaria e la Straordinaria. In quest’ultima c’era all’ordine del giorno la valutazione se il project della discarica legato con la centrale di riscaldamento avesse ancora uno scopo dopo la netta presa di posizione degli abitanti della zona di Ponterotto dove insiste attualmente la raccolta di rifiuti.

La sistemazione della discarica è un obbiettivo da raggiungere a priori: e qui sono tutti d’accordo con, in primis, gli stessi abitanti. Il problema, semmai, sorge sulla disponibilità del quartiere a permettere la realizzazione in contemporanea della centrale di riscaldamento. E fin’ora la risposta è stata un netto rifiuto per i disagi di traffico e di mezzi pesanti che il suo funzionamento apporterebbe alla zona. Non tralasciando il fatto che, in ritorno, i residenti del posto non avrebbero neanche la possibilità di usufruire di quel servizio che, grazie al loro permesso, andrebbe a beneficio di altri.

Ma ci potrebbero essere alternative non prese in considerazione come quella che, fermo restando la sistemazione della discarica, possa permettere al Project-financing di realizzare la stazione di teleriscaldamento in un'altra zona. E qui alcune voci ben fondate riferiscono di aver individuato una possibile alternativa nell’area prossima alla sede della ex Termopicena all’altezza dello svincolo per la superstrada Ascoli Mare in zona Ragnola là dove inizia la bretella realizzata a suo tempo dall’impresa Rozzi che sfocia a Santa Lucia. Si ricorda che nella stessa area c’è un progetto per la nuova sede della clinica Stella Maris ma non tutti sarebbero d’accordo viste le ridotte dimensioni dell’area.

In ogni caso, per prima cosa ora, ci sarà da discutere tra P.A. Energia e Comune sui possibili futuri sviluppi (anche alternativi) del project. Di liquidazione al momento non si parla. Difatti, verificandosi una tale eventualità, chi ci guadagna? Non di certo la stessa partecipata i cui soci vedrebbero annullate prospettive sulle quali sono già state impegnate ingenti risorse a livello divulgativo. Senza tener conto della possibilità di avviare un ricorso per risarcimento danni contro la stessa Amministrazione.

Non conviene al Comune che da tempo deve risolvere (qui lo farebbe senza spendere un euro) il problema dei liquami post mortem che costano annualmente la non trascurabile cifra di 180 mila euro. Ed alla fine non sarebbe neanche un buon ritorno per gli stessi abitanti di Ponterotto perché rischierebbero di vedersi allungare i tempi per la soluzione del problema dei rifiuti dato che il Comune dovrebbe andare a reperire i fondi per eseguire l’opera.

11/01/2007





        
  



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