W la mamma
San Benedetto del Tronto | Qualche parola fuori dal coro sul caso Isolde Kostner.
di Antonella Roncarolo
Premesso che sono una grande appassionata di sci e che non finirò mai di ringraziare Isolde Kostner per i grandi momenti di gioia sportiva che mi ha regalato con le sue medaglie alle olimpiadi e le vittorie in coppa del mondo, permettetemi di scrivere qualche parola “fuori dal coro” e anche un po’ cattiva riguardo la sua decisione di non prendere parte alle olimpiadi di Sestriere perché in attesa di un bimbo.
I giornali hanno scritto pagine commoventi su questa storia molto italiana: la grande atleta che rinuncia alla medaglia per la maternità, il cambio di prospettiva della visione del mondo dove tutto si piega di fronte al miracolo della vita.
La notizia della nascita di una nuova creatura è sempre splendida, ci mancherebbe altro, ma perché tanta enfasi sulla scelta di Isolde?
Vorrei toccare due punti caldi, anzi caldissimi.
Il primo riguarda proprio l’atleta Kostner: nessun giornalista, neppure Cohen su la Repubblica che solitamente è arguto e sottile, ha osato scrivere che la Kostner da più di un anno non vince più nulla, anzi il suo posto nelle classifiche di libera è spesso oltre il decimo e che le sue aspettative di ottenere una medaglia olimpica in libera sono bassissime.
Con questo non voglio affermare che la gravidanza di Isolde sia stata voluta proprio per questo motivo, ma nulla può togliermi il dubbio che sia arrivata al momento giusto, proprio per uscire in bellezza dal mondo dello sci agonistico.
Non vorrà mica farmi credere, la grande Isi, che non conosce i metodi anticoncenzionali più comuni, proprio nel mondo dello sport dove i medici fanno il bello e il cattivo tempo? Del resto bastava aspettare solo un mese….
Inoltre, come ha detto la nostra Valentina Vezzali, perché ritirarsi, si può avere un bambino e poi diventare campioni del mondo. Volendo e potendo.
Ma affrontiamo ora il tema più caldo: ancora una volta, nella nostra italietta, la retorica e il buonismo innalzano come simbolo ed archetipo la mamma.
Ed ecco che di nuovo questa grande parola riempie la bocca di uomini e politici romanticoni che illuminano la figura della donna come artefice del grande miracolo. Per poi dimenticarlo, però, quando la donna, anzi la mamma, si trova di fronte a mille problemi che nessuno vuole affrontare: licenziamenti o mancate assunzioni da parte di aziende poco romantiche, asili nido insufficienti e carissimi, nessun aiuto economico da parte delle istituzioni.
Ancora una volta viene innalzata sugli altari la mamma fortunata e felice, (come lo sarà sicuramente Isolde) per dimenticare le migliaia di mamme, tra cui moltissime donne extracomunitarie, che si trascinano ogni giorno tra problemi, violenze e solitudine.
E ancora una volta le prime pagine dei giornali vanno a chi ha la fortuna di poter scegliere la maternità e non a chi la maternità non se la può permettere, per tanti motivi, anche per scelta consapevole, ma che, comunque meriterebbe più rispetto ed attenzione.
I giornali hanno scritto pagine commoventi su questa storia molto italiana: la grande atleta che rinuncia alla medaglia per la maternità, il cambio di prospettiva della visione del mondo dove tutto si piega di fronte al miracolo della vita.
La notizia della nascita di una nuova creatura è sempre splendida, ci mancherebbe altro, ma perché tanta enfasi sulla scelta di Isolde?
Vorrei toccare due punti caldi, anzi caldissimi.
Il primo riguarda proprio l’atleta Kostner: nessun giornalista, neppure Cohen su la Repubblica che solitamente è arguto e sottile, ha osato scrivere che la Kostner da più di un anno non vince più nulla, anzi il suo posto nelle classifiche di libera è spesso oltre il decimo e che le sue aspettative di ottenere una medaglia olimpica in libera sono bassissime.
Con questo non voglio affermare che la gravidanza di Isolde sia stata voluta proprio per questo motivo, ma nulla può togliermi il dubbio che sia arrivata al momento giusto, proprio per uscire in bellezza dal mondo dello sci agonistico.
Non vorrà mica farmi credere, la grande Isi, che non conosce i metodi anticoncenzionali più comuni, proprio nel mondo dello sport dove i medici fanno il bello e il cattivo tempo? Del resto bastava aspettare solo un mese….
Inoltre, come ha detto la nostra Valentina Vezzali, perché ritirarsi, si può avere un bambino e poi diventare campioni del mondo. Volendo e potendo.
Ma affrontiamo ora il tema più caldo: ancora una volta, nella nostra italietta, la retorica e il buonismo innalzano come simbolo ed archetipo la mamma.
Ed ecco che di nuovo questa grande parola riempie la bocca di uomini e politici romanticoni che illuminano la figura della donna come artefice del grande miracolo. Per poi dimenticarlo, però, quando la donna, anzi la mamma, si trova di fronte a mille problemi che nessuno vuole affrontare: licenziamenti o mancate assunzioni da parte di aziende poco romantiche, asili nido insufficienti e carissimi, nessun aiuto economico da parte delle istituzioni.
Ancora una volta viene innalzata sugli altari la mamma fortunata e felice, (come lo sarà sicuramente Isolde) per dimenticare le migliaia di mamme, tra cui moltissime donne extracomunitarie, che si trascinano ogni giorno tra problemi, violenze e solitudine.
E ancora una volta le prime pagine dei giornali vanno a chi ha la fortuna di poter scegliere la maternità e non a chi la maternità non se la può permettere, per tanti motivi, anche per scelta consapevole, ma che, comunque meriterebbe più rispetto ed attenzione.
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13/01/2006
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