Ieri è stato dato un duro colpo alla mia personale fama di essere “persona informata dei fatti”, quasi sempre in anticipo sugli altri. Ho letto su un giornale locale della costruzione di un “Palazzo della sanità” in contrada San Giovanni nei pressi dell’Ipercoop. Classificato come “centro polifunzionale” si colloca in una zona facilmente raggiungibile perché vicino alle grandi reti viarie lungo gli assi nord-sud (superstrada e autostrada) ed est-ovest (Ascoli-mare) e dispone di una grande area a parcheggio.

Nonostante sia ferito nel mio orgoglio professionale investigativo perché completamente all’oscuro dei fatti, trovo che l’individuazione della zona sia particolarmente felice e la rapidità con cui si procede alla costruzione conferma il luogo comune, e come tale spesso banale, che il pubblico sia “lento” e il privato sia “rock”. Così pare.

Credo invece sia necessario fermarsi a pensare e porsi qualche domanda. Un antico proverbio dice “chi va piano va sano e va lontano”, un elogio alla lentezza che appare quanto mai opportuno.In realtà, se si vuole raggiungere in fretta un obiettivo, spesso è molto più efficace tracciare con calma un percorso intelligente.

Sulla base di notizie riferite dai giornali , per iniziativa di privati nella nostra zona territoriale stanno proliferando centri sanitari definiti “polifunzionali”. Appare evidente che dopo anni di incessante campagna di denigrazione del servizio sanitario pubblico, oggi i tempi sono maturi da essere estremamente interessante investire nel mercato sanitario privato (per chiedere poi alla Regione l’accreditamento come strutture sanitarie, ampliamenti e quant’altro).

Non siamo l’unica realtà, tutto questo sta avvenendo in molte parti in Italia; in alcune Regioni con molta intelligenza e oculatezza si è sviluppato un sistema integrato che ha visto sorgere molti nuovi ospedali pubblici con la partecipazione dei privati con la formula di società miste a maggioranza pubblica.

Credo sia superata l’epoca del dualismo pubblico-privato e delle battaglie puramente ideologiche. Sicuramente una buona programmazione sanitaria deve tener conto di tutte le risorse e di tutti gli attori in campo, al fine di offrire ai cittadini risposte concrete ai bisogni di salute, finiti i tempi delle vacche grasse e visto i continui tagli alla sanità pubblica da parte del Governo.

Integrare per far interagire il pubblico con il privato al fine di dare più servizi sanitari ai nostri assistiti che troppo spesso sono costretti ad “emigrare” in altre realtà per avere risposta ai loro bisogni.
La riqualificazione della sanità nella nostra zona non può non tenere conto dell’idea di un nuovo ospedale di vallata ,” un ospedale per due città”, che possa adeguatamente rispondere ai bisogni sanitari delle nostre popolazioni.

Ma questo processo deve essere guidato e programmato se vogliamo che non sia solo la legge del mercato a prevalere, che non siano solo società private, dinamiche e aggressive, che occupano spazio nei bandi pubblici, negli investimenti privati e anche nel dibattito politico cittadino.

* Ex consigliere comunale DS