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Posizione di Legambiente su grave passagio dell'emendamento sul piano regionale dei rifiuti

| ANCONA -Legambiente lancia l’allarme: “cosi’ si spiana la strada agli inceneritori nella regione. Una modifica scellerata che rischia di vanificare il lavoro di anni”.

Della serie “mai abbassare la guardia”, a cavallo delle scorse festività natalizie, precisamente il 22 dicembre, la IV Commissione del Consiglio regionale delle Marche ha approvato alcune gravi modifiche al Piano regionale per la raccolta e smaltimento rifiuti, che di fatto spianano la strada alla realizzazione di inceneritori di rifiuti nel territorio regionale.

Prima della modifica, il piano regionale dei rifiuti non ammetteva la possibilità di prevederne la realizzazione almeno fino al raggiungimento del livello di RD del 35%, così come fissato dal Decreto Ronchi (D.Lgs.22/97), con questo emendamento invece, presentato dai consiglieri regionali Roberto Tontini e Gabriele Martoni, si introduce un’eccezione a tale limitazione per “la realizzazione e l’esercizio di nuovi impianti di smaltimento rifiuti tramite termodistruzione di previsione ATO e dei Piani provinciali di gestione dei rifiuti, strettamente legati ad esigenze di pubblica utilità e che siano destinati a svolgere un servizio pubblico”. Un’eccezione che stravolge in un colpo solo uno dei principi più importanti del Piano rifiuti, dando così il via libera a potenziali inceneritori nella regione e, conseguenza pericolosa ma inevitabile, assestando un duro colpo alla raccolta differenziata che nelle Marche -dove gran parte dei piccoli comuni non ha ancora raggiunto la soglia del 10% - fatica tuttora a decollare.

“Augurandoci che questo emendamento non sia mai approvato in Consiglio Regionale e pur non avendo pregiudizi ideologici tout court contro i termovalorizzatori – commenta Luigino Quarchioni, Presidente Legambiente Marche – osteggeremo con tutta la nostra forza questa possibilità nelle Marche,  prima di tutto per i seri rischi ambientali e per difendere la salute dei cittadini, ma anche perché, a conti fatti, considerato l’ingente investimento richiesto, i costi di trasporto dei rifiuti e il modesto quantitativo dei rifiuti secchi destinati alla termovalorizzazione, prevedere l’inceneritore per le Marche  non regge nemmeno dal punto di vista economico, anzi si rivelerebbe diseconomico.

Già in passato diverse ricerche  hanno dimostrato la sconvenienza  per la nostra regione di questa ipotesi, che recentemente è stata riconfermata ancora una volta dall’approfondito studio dedicatogli nell’elaborazione del PEAR e più volte messo in luce dall’assessore regionale Amagliani”.

“Invitiamo la politica a rivedere questa scellerata modifica – conferma anche Marco Francalancia, responsabile rifiuti Legambiente Marche – perché assolutamente in contraddizione con le linee guida del Piano regionale dei rifiuti e la volontà finora sempre espressa dalla Regione in questa direzione. Una previsione, quella dell’inceneritore, che rischia di segnare il fallimento del Piano stesso finendo per “mandare in fumo” il lavoro di anni teso ad incrementare la raccolta differenziata e che ci fa tornare inesorabilmente indietro, poiché mentre la raccolta differenziata implica il recupero e quindi incide positivamente anche sul risparmio di materie prime, la termovalorizzazione invece disincentiva senza dubbio la differenziazione.”

La raccolta differenziata, lo dimostrano tutte quelle realtà italiane che hanno raggiunto e superato la soglia del Ronchi, resta sempre l’unica vera alternativa praticabile a discariche e inceneritori ed è quella della sensibilizzazione e promozione di una corretta gestione dei rifiuti la sola strada su cui insistere e continuare a concentrare gli sforzi.

Non sarà un caso che l’ultima edizione del Premio regionale Comuni Ricicloni per la regione Marche ha fatto registrare un incremento medio di RD del 5% da parte dei Comuni partecipanti….

14/01/2005





        
  



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