Cerca
Notizie locali
Rubriche
Servizi

Le Marche terra di teatri

San Benedetto del Tronto | La nostra regione vanta oltre cento teatri, un numero considerevole che la colloca ai primi posti in Italia per quantità di teatri rispetto al numero di abitanti.

di Elvira Apone

Importanti poli di attrazione e di aggregazione sociale, i teatri hanno sempre svolto molteplici funzioni: da mezzi di stabilizzazione politica in passato, capaci di offrire opportunità lavorative a diversi ceti sociali emergenti come falegnami, artigiani, stuccatori, pittori, muratori, sarti, fino a rilevanti supporti economici, in grado di richiamare turisti e visitatori.

Ma soprattutto, i teatri hanno contribuito ad alimentare nei cittadini un sempre maggiore interesse per l'arte in tutte le sue forme: dall'opera lirica fino a diversi generi musicali come il jazz, il blues, il rock, dal balletto classico e moderno fino alla prosa, passando per l'operetta e per il musical.

Stupefacente, però, nella nostra regione, è il considerevole numero di teatri che la pone tra le prime in Italia per la loro densità rispetto al numero di abitanti. Gli oltre cento teatri, disseminati in modo piuttosto uniforme nelle varie province, testimoniano non solo l'alto fermento culturale che anima la nostra terra, ma rappresentano monumenti storico-architettonici di inestimabile valore artistico.

Partendo da molto lontano, ricordiamo i due più importanti teatri romani tutt'oggi funzionanti: quello di Urbisaglia, risalente al I secolo d. C., e quello di Falerone, databile al periodo augusteo, ma poi abbellito ulteriormente nel II secolo d. C.. Immersi entrambi in un paesaggio naturale di stupefacente bellezza, sono stati riportati in vita grazie ad abili opere di restauro che ne rendono oggi visibili i tratti distintivi tipici degli antichi teatri di epoca romana.

Un altro suggestivo esempio di teatro all'aperto è lo Sferisterio di Macerata. Progettato nel 1823 dall'architetto neoclassico Aleandri, questo teatro era originariamente adibito a luogo di gioco del pallone con il bracciale e solo più tardi divenne uno dei fulcri principali della stagione operistica marchigiana. È pure significativo il fatto che venne realizzato su iniziativa di privati cittadini benestanti che desideravano regalare alla loro città una struttura da adibire a pubblici spettacoli.

Citando, invece, alcuni tra i più importanti teatri coperti della nostra regione, ricorderei, per esempio, il teatro delle Muse di Ancona, in stile neoclassico, che ospita una ricca stagione operistica e del balletto, il teatro Rossini di Pesaro, costruito nel 1637, riedificato nel 1818 e inaugurato con "La gazza ladra" di Rossini nella conduzione dello stesso compositore pesarese, e il teatro La Nuova Fenice di Osimo, dalla facciata neorinascimentale, celebre per il suo sipario storico, restaurato e recuperato nel suo aspetto originario risalente alla fine dell' ‘800.

Spostandoci poi nella provincia di Macerata, la più ricca in quanto a presenza di teatri nel proprio territorio, sono da menzionare il teatro Lauro Rossi di Macerata, restaurato nell'arco del ‘700 nella sua veste attuale, con la sua facciata in mattoni e l'interno decorato da stucchi dorati e argentei in stile neoclassico, e il teatro Annibal Caro di Civitanova Marche, edificato nel 1872 ed inaugurato alla presenza del celebre ballerino e coreografo civitanovese Enrico Cecchetti. Particolarmente bello è, inoltre, il teatro dell'Aquila di Fermo, uno dei più importanti teatri settecenteschi del centro Italia: con cinque ordini di palchi, un palcoscenico di circa 350 m2 e un'ottima acustica, presenta una delle sale storiche più significative d'Italia.

Passando, infine, nella provincia di Ascoli Piceno, non si può dimenticare il Ventidio Basso di Ascoli Piceno. La sua splendida facciata neoclassica in travertino mostra un colonnato centrale con sei colonne in stile ionico e un pronao con tre porte d'accesso all'atrio, impreziosito da nicchie e statue. Di forte impatto è anche il teatro del Serpente Aureo di Offida, costruito nel 1771, ma ampliato nel 1820. La sua forma attuale, però, deriva da una ristrutturazione del 1862 in stile barocco con pianta a ferro di cavallo e sala decorata da stucchi ed intagli dorati. Il suo nome deriva dalla leggenda del serpente aureo che, per tradizione, era dotato di speciali poteri taumaturgici.

Questo patrimonio ampio e diversificato, dunque, non è solo un importante esempio di quel progresso morale e civile che ha sempre contraddistinto la nostra regione, ma forse potrebbe anche rappresentare un ulteriore stimolo a incrementare offerte e proposte culturali di vario genere, che sono e saranno sempre la vera ricchezza di ogni territorio.

 

15/01/2020





        
  



2+3=
il teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno

Altri articoli di...

Fuori provincia

14/11/2022
Terremoto: subito prevenzione civile e transizione digitale (segue)
14/11/2022
Il presidente di Bros Manifatture riceve il premio alla carriera "Hall of Fame/Founders Award" (segue)
02/11/2022
Glocal 2022: dove i giovani diventano protagonisti del giornalismo (segue)
02/11/2022
Sisma 2016: approvati 15 mila contributi per 4.8 miliardi (segue)
27/10/2022
A Cartoceto, nelle ‘fosse dell’abbondanza’ per il rituale d’autunno della sfossatura (segue)
27/10/2022
Il Comune pulisce i fossi Rio Petronilla e via Galilei (segue)
27/10/2022
TEDxFermo sorprende a FermHamente (segue)
23/10/2022
A RisorgiMarche il Premio "Cultura in Verde" (segue)

Cultura e Spettacolo

31/10/2022
Il Belvedere dedicato a Don Giuseppe Caselli (segue)
27/10/2022
TEDxFermo sorprende a FermHamente (segue)
27/10/2022
53 anni di Macerata Jazz (segue)
26/10/2022
Il recupero della memoria collettiva (segue)
26/10/2022
Giostra della Quintana di Ascoli Piceno (segue)
23/10/2022
A RisorgiMarche il Premio "Cultura in Verde" (segue)
22/10/2022
Porto San Giorgio torna a gareggiare al Palio dei Comuni (segue)
20/10/2022
La Nuova Barberia Carloni apre un tris di spettacoli (segue)
ilq

Quando il giornalismo diventa ClickBaiting

Quanto è sottile la linea che divide informazione e disinformazione?

Kevin Gjergji