Ascoli: un capitale da tutelare
Ascoli Piceno | La ricetta del presidente Confcommercio Benito Calvaresi per una città che ha bisogno di cure, di affetto e di operatori e di amministratori affezionati.
di Cav. Uff. Benito Calvaresi
Scrivo come Presidente Provinciale di Ascoli Piceno per l’Associazione del Commercio, Turismo, Servizi, delle Professioni e delle Piccole e Medie Imprese.
Mi sento in dovere di precisare alcuni stati di cose che non fanno risaltare per quello che merita la nostra città, Ascoli Piceno, e naturalmente l’indotto provinciale composto di cittadine degne di essere curate altrettanto bene e carenti di infrastrutture, che possono in un momento critico come quello che stiamo attraversando sostenere la vita di tutti gli abitanti. Inutile lamentarsi perché non si trovano i posti di lavoro ma molte persone potrebbero con le loro capacità potenziali, ad iniziare con la costituzione di gruppi di agricoltori, artigiani e commercianti, sviluppare un’economia che, per dirla francamente, sta giorno dopo giorno defungendo.
Molti amministratori in tutti i Comuni della Provincia, premesso il rispetto per il loro lavoro amministrativo, trascurano regolarmente di analizzare stati di cose che sono solo il principio di disfacimenti in essere che da un momento all’altro possono crollarci sopra anche fisicamente e costringerci ad investire risorse per risanare quando potremmo diversamente interessarci per:
- attuare il Piano Marketing, chiuso non si sa in quale cassetto;
- lo sportello comunale dei servizi generali all’utente da tempo programmato e mai attuato;
- la pulizia degli ambienti cittadini che con profondo rispetto per gli operatori che materialmente lavorano indefessamente come se dovessero pulire casa loro, viene dimenticata e molti cittadini e visitatori sporcano indecorosamente siti di Ascoli che diversamente andrebbero tenuti con amorevole cura per lo sviluppo turistico.
Qualche amministratore potente, a suo tempo, anticipò la rimessa a regola d’arte della zona ricadente in via Trieste e che di solito viene indicata con la denominazione di Di Sabatino. A breve, oltre a non aver avuto la risposta materiale all’accomodamento di questi siti, ci ritroviamo con una
zona di Ascoli che se ci fosse stata la guerra non si presenterebbe in tale stato di sfacelo. Da qualche tempo, invece, leggiamo che gli amministratori da qualsiasi parte provengano stanno aspettando incremento delle loro prebende.
Ci vuole coraggio a trascurare un capitale importante come quello di Ascoli che molte Associazioni, circa 85, sono d’accordo nell’appoggiare il progetto Ascoli capitale dell’Unesco. Tra le amministrazioni comunali e quella provinciale ci si dimentica facilmente di tenere in ordine ed efficienti i territori che ricadono sotto le loro giurisdizioni, quando potremo sperare di avere
la notizia che Ascoli è collegata definitivamente con la zona interna dei Sibillini e con quella del teramano?
Completare in tal senso un piano regolatore territoriale darebbe una connotazione intelligente a coloro che amministrano ed invitante alla zona amministrata. Lo sviluppo che per il momento indichiamo e che non è altro che potenziale e teorico, potrebbe risolvere e far
crescere la situazione culturale (vedi Università) e quella sanitaria unitamente a tutte le altre che abbiamo indicato e che diventerebbero, oltre che obiettivi economici, anche culturali e di esempio, oltre che a noi stessi, anche a coloro che amano visitare e soggiornare ad Ascoli Piceno.
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17/01/2006
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