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Un ciclo di affreschi trecenteschi di Mello da Gubbio scoperti e restaurati a Cagli

| ANCONA - Illustrata in conferenza stampa la storia della scoperta e l’operazione di recupero degli affreschi rinvenuti nella chiesa di San Francesco.

un momento della confernza

“Solo nelle  Marche è possibile continuare a svelare tesori, capolavori che possono segnare capitoli inediti nella storia dell’arte italiana.”

Sono  le parole di Lorenza Mochi Onori, Soprintendente ai Beni artistici di Urbino, presentando in una conferenza stampa, svoltasi oggi 17 gennaio in Regione,  una recente scoperta: il ciclo di affreschi , nella duecentesca Chiesa di San Francesco a Cagli ,  attribuito con certezza a Mello da Gubbio e realizzato, probabilmente nella metà del 300,  da questo artista dalla tecnica raffinatissima,  ma sconosciuto fino al 1979.

“Una  sorpresa ancora più bella perché davvero inaspettata, ha detto il presidente della giunta regionale Vito D’Ambrosio.

  Il restauro – ha proseguito- portato a termine in tempi molto rapidi, è stato possibile grazie all’immediata assegnazione di  risorse ( 150 mila euro, corrispondente al 60% del costo) dalla Regione che ha concesso, attraverso un accordo con il Ministero dei Beni culturali , i fondi residui ancora a disposizione del Commissario delegato per gli interventi di ricostruzione post terremoto del 97. Lo Stato ha finanziato l’intervento di restauro mettendo a disposizione il 40%. “

“La scoperta è stata davvero casuale quanto entusiasmante,  ha spiegato inoltre la Soprintendente di Urbino.”

“ Durante gli interventi di consolidamento della Chiesa nel 2003, un buco nella volta costruita nel ‘700,  ha rivelato una piccolissima porzione di affresco sottostante , dalla quale si intuiva, però,  l’altissima qualità della pittura. Si è deciso quindi,  d’ intesa tra le Soprintendenze regionali, di rimuovere la volta in cannucciaia e portare alla luce il ciclo di affreschi che in epoca cinquecentesca era stato occultato da una scialbatura, durante una delle tante epidemie di peste.

Un’ intonacatura provvidenziale, perchè ha permesso di preservare, quasi “ ibernare”,  questo affresco,  se non per alcuni tratti mancanti, sia nei colori, ancora vivi,  che nelle figure. Personalmente- ha concluso Lorenza Mochi Onori-  ritengo questa operazione una grande scommessa vinta, sia per i tempi che per la qualità del restauro, a vantaggio della maggiore conoscenza dell’arte trecentesca nelle Marche e in Italia. “

L’intero ciclo che affresca  i nove spicchi della volta gotica,  per circa 100 metri quadrati,    doveva essere davvero imponente poiché interessava  tutta l’estensione dell’abside.  Del resto,  questa Chiesa è abituata ai capolavori: ha ospitato un Polittico di Nicola da Foligno ed una tavola di Simone Cantarini,  oltre ad un dipinto di Federico Barocci.

Il ciclo di Mello da Gubbio, che rappresenta cori angelici e dominazioni soprastanti un’assise di apostoli seduti su troni decorati “ alla cosmatesca”, potrà essere ammirato dal pubblico probabilmente in primavera, quando saranno terminati tutti gli interventi di consolidamento e restauro della Chiesa .

Alessandro Marchi, storico dell’arte della Soprintendenza urbinate, che cura lo studio scientifico, ha spiegato l’attribuzione alla mano dell’artista eugubino, riconoscendone la elevata qualità e dal confronto con altre opere presenti a Gubbio,  firmate dallo stesso artista che fino agli anni ‘70 era stato rubricato sotto il nome di Guido Palmerucci. 

Alla Conferenza stampa hanno  partecipato, oltre al sindaco  di Cagli Domenico Papi e al vicesindaco, Alberto Mazzacchera,  anche il presidente del consiglio regionale, Luigi Minardi che ha ringraziato Vito D’Ambrosio per le scelte condotte  in questi anni “ispirate alla collaborazione costruttiva fra enti e alla valorizzazione delle risorse locali e dei ricchi  patrimoni d’arte presenti nei territori della regione che  rappresentano un vero e proprio giacimento culturale”.

17/01/2005





        
  



4+5=
un momento della conferenza

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