Santa Croce: il lungo viaggio verso la rinascita
Sant'Elpidio a Mare | Grande pubblico alla conferenza organizzata ad un anno dall'inizio dei lavori di restauro; l'ing. Lametti: "Quando abbiamo iniziato la situazione era catastrofica"
Emozionante: vedere la basilica di Santa Croce riportata a nuovo, vedere le varie fasi dei lavori di restauro in corso e confrontare com’era prima e com’è adesso. La sala parrocchiale di Casette d’Ete era gremita di gente, studiosi, appassionati e semplici cittadini innamorati della loro basilica che, con grande attenzione, hanno seguito le spiegazioni dei lavori in corso fornite loro dai progettisti della Janus Engineering, con una ricca documentazione fotografica, e i commenti ugualmente molto soddisfatti espressi dai sovrintendenti Luciano Garella e Mario Lolli Ghetti.
L’assemblea pubblica promossa dall’Associazione Santa Croce (che tanto si è battuta per ottenere questo traguardo) per illustrare lo stato dell’arte del cantiere della Basilica di Santa Croce ad un anno dall’avvio del restauro è stata un vero successo di pubblico. “Noi ci siamo trovati a lavorare in una situazione strutturale catastrofica – ha esordito Fabio Lametti, presidente della Janus Engineering – e quando abbiamo iniziato abbiamo fatto un pronto intervento al piccolo campanile a vela che stava crollando. Poco dopo ha cominciato ad accentuarsi un distacco della parente anteriore, in prossimità del campanile e, contemporaneamente all’interno, sono avvenuti dei crolli, specialmente nella parte absidale. Ci siamo subito posti il problema di mettere in sicurezza la struttura”.
Una struttura che ha subito talmente tante modificazioni da risultare completamente snaturata. Sono state rifatte dapprima le due navate laterali, dopodichè siamo passati a quella centrale con la posa in opera di travi in rovere (che ricalcano quelle ormai danneggiate). Ogni piccolo passo fatto nel restauro è stato preventivamente sottoposto e vagliato dalla Sovrintendenza. In tutti gli interventi realizzati, è stato utilizzato sempre e solo il materiale di Santa Croce. “Adesso ci aspettano gli interventi successivi che dovremo valutare e concordare”.
“Questo entusiasmo che anima i professionisti, l’impresa, le maestranze e l’associazione che dopo anni di battaglie è riuscita a trovare un coinvolgimento dallo Stato – ha proseguito il sovrintendente ai beni ambientali e architettonici, Luciano Garella – è una premessa per dire che anche noi, come esperti di questo lavoro, rimaniamo emozionati. La stessa presenza del direttore regionale, Mario Lolli Ghetti, è la migliore testimonianza dell’attenzione e dell’entusiasmo che abbiamo posto non solo come fatto istituzionale. Ma anche come fatto emotivo, personale, di tifo professionale per la vicenda”.
I vertici della Soprintendenza hanno ammesso che non è un cantiere molto complesso, anche se gli esiti possono preludere a conclusioni assolutamente positive. “In questo caso siamo riusciti a recuperare in tempo, forse giusto in tempo, una delle opere che meritava di essere salvaguardata”. Nel corso dell’incontro è ricorso spesso il termine “la sfida del domani”. “Ora si pone il problema del restauro architettonico. Finora abbiamo fatto sì che questo monumento non si deteriori e mi pare di poter dire che finalmente cominciamo a vedere l’alba e la nostra presenza qui, stasera, è la migliore testimonianza della partecipazione istituzionale”.
“Questa struttura architettonica è incredibilmente interessante – ha aggiunto, infine, il Direttore Lolli Ghetti – e la sfida che adesso attende l’associazione e le persone impegnate nel restauro è la conservazione di questo patrimonio. Qui non si tratta di ‘riportare all’antico splendore’: in futuro occorrerà conservare la memoria di tutele trasformazioni e le vicissitudini che questa struttura così importante ha subito”. Enorme la soddisfazione dell’Associazione Santa Croce per questo importante risultato raggiunto.
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19/01/2007
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