Sono state le gravi lesioni procurate dalla caduta da un'altezza di sette metri - questa la distanza da terra del tetto in eternit di un capannone dismesso dove era salita per sfuggire alle forze dellordine - a causare la morte della clandestina cinese, deceduta lo scorso 17 gennaio a Porto d'Ascoli.

La donna, che aveva 42 anni, accortasi dei controlli degli agenti della squadra mobile di Teramo presso un laboratorio tessile che si trovava lì vicino, ha deciso di scappare salendo sul tetto della palazzina dove viveva e lavorava col marito passando poi su quello del capannone che non ha retto il peso.

Il medico legale Claudio Cacaci su incarico della Procura ha rinunciato all'autopsia dopo aver accertato con l'esame della radiografie le cause del decesso. Per quanto riguarda l'inchiesta avviata dalla procura, il sostituto procuratore Crincoli non chiederà il processo per direttissima a carico della titolare del laboratorio, che si trova agli arresti con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina: oltre alla donna caduta dal tetto e a suo marito, è stata trovata un'altra cinese clandestina.

L'indagine continuerà per gli aspetti amministrativi legati al laboratorio e su altri aspetti riconducibili ad ipotesi di sfruttamento del lavoro clandestino.