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San Benedetto brutta? de gustibus…

San Benedetto del Tronto | "Prima di valutare il giudizio...bisognerebbe sapere che tipo di analisi è stata fatta..."

di Benedetta Trevisani*


Non ho letto personalmente il Foglio dell’11 gennaio e quindi non conosco il contenuto del famigerato articolo su San Benedetto se non attraverso citazioni, commenti, interpretazioni di chi l’ha letto (tutti quelli che ne parlano?) ed è insorto contro quelle che sono sentite e sono denigrazioni immeritate.

Noi amiamo questa cittadina che sempre ci sorprende per il miracolo che l’ha trasformata in un tempo relativamente breve - breve rispetto alle profondità secolari della storia - da borgo marinaro povero e ancora informe sotto le spinte della crescita a ridente cittadina verdeazzurra, adagiata nella sua rigogliosa riviera e agiata per un’economia vivace che si articola in settori diversi.

Non mi sento, tuttavia, di indignarmi più di tanto, nella considerazione che tutti noi viviamo oggi in un regime generale di chiacchiere peregrine dove l’approssimazione, l’illazione, l’insulto più o meno gratuito deresponsabilizzano la parola precaria che dice, disdice e contraddice; dove l’unica cosa che fa scandalo è, semmai, il silenzio. E infatti opporrei il silenzio in questo caso, se il silenzio non portasse in sé l’ambiguità del disinteresse.

Il fatto che San Benedetto possa sembrar bella o brutta a seconda della sensibilità di chi la guarda, attraente o insignificante, curata o sciatta, ci porta su un piano indiscutibile di soggettività, per cui de gustibus… Quanto al resto, invece, per valutare l’attendibilità del giudizio di chicchessia bisognerebbe sapere che tipo di analisi è stata fatta, che cosa è stato visto personalmente, quali informazioni sono state acquisite e da chi, quale documentazione. Sui rilievi negativi nettamente smentiti dalle situazioni oggettive (vedi le palme) la replica mi sembra abbastanza superflua, ma d’altra parte capisco che è tutta questione di punti di vista. Se, ad esempio, si valutassero le potenzialità ambientali ed enogastronomiche di San Benedetto dalla postazione del ristorante “Da Vittorio”, non si potrebbe non registrare l’incredibile schizofrenia che vede un ristorante di alto livello in una delle zone cittadine più sofferenti e asfittiche, quale è la nostra strada Statale.

D’altra parte come ignorare il lungomare e altre zone cittadine ricche di postazioni più ariose e di proposte enogastronomiche anch’esse capaci di esaltare i prodotti locali, primo fra tutti il pescato proveniente dai nostri pascoli marini, tra i migliori del Mediterraneo?

Ci si dice inoltre che il turismo sambenedettese - per qualità ambientali, strutture e infrastrutture - è un turismo per poveri. Ebbene, ammesso che sia così, risulta difficile da capire come mai una fruibilità turistica democraticamente allargata alle famiglie dei ceti medio-bassi, anziché circoscritta soltanto all’aristocrazia del danaro, possa essere intesa come un demerito e non come segno di apertura e vitalità. Anche perché c’è da considerare che, a differenza di tante quotate località turistiche, San Benedetto ha altre risorse e vive la sua splendida spiaggia non come l’unica o l’ultima “spiaggia” dell’economia cittadina.

Considero con una certa perplessità il coro di proteste che si sono levate e alle quali si aggiunge ora questa del Circolo dei Sambenedettesi. Potrebbero infatti essere intese e liquidate come una difesa da campanile scontata e provinciale. Inoltre, come sanno bene i nostri marinai, chi mena per primo (il giornalista, in questo caso) mena due volte. A questo punto, dunque, preferirei leggere nella vicenda sgradevole che giustamente ci urta un elemento positivo: un invito, per quanto mal posto, a guardarci nello specchio di un visitatore esterno per vederci come siamo e come appariamo. Anche questo un punto di vista diverso, eventualmente produttivo di consapevolezze e risultati.

E’ già accaduto con l’ormai storico “deserto culturale” che, dopo la mortificazione, si è risolto per noi in un potente impulso alla crescita.

*Presidente Circolo dei Sambenedettesi

21/01/2006





        
  



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