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Prosegue lo sciopero della marineria sanbenedettese, positivo l'incontro in comune

San Benedetto del Tronto | Urbinati: "La protesta partita dalla Sicilia, si è allargata arrivando fino a qui. Non possiamo rimanere inermi di fronte ai pericoli che corre il settore della pesca, che per noi rappresenta una grossa fetta di lavoro e di storia".

di Emanuele Ciucani

Da sinistra: Torquati, Urbinati e Ricci

La protesta dei pescatori è partita proprio da San Benedetto, in concomitanza con Civitanova, e non accenna a fermarsi. Per il momento, nonostante gli animi si scaldino facilmente, la contestazione causata principalmente dagli spropositati aumenti sul costo dei carburanti, si sta dimostrando controllata e pacifica e trova piena adesione da parte dell'amministrazione comunale, rappresentata dall'assessore delle politiche del mare Fabio Urbinati: "I motivi per essere preoccupati ci sono. Stiamo vivendo la drammatica demolizione di un settore che da noi supera le 1000 persone solo in ambito portuale. Per questo staremo al fianco dei nostri pescatori e gli forniremo i giusti mezzi per una protesta pacifica".

Il comune ha infatti messo a disposizione dei pescatori ben 2 pulman per andare, domani 25 gennaio, a protestare davanti Montecitorio a Roma.

"La politica sembra ignorare il mondo della pesca". Questa l'opinione di Nazzareno Torquati, uno dei rappresentanti di questa protesta, il quale prosegue: "Non c'è un solo partito che si occupi dei nostri diritti. In questo modo si danneggiano i pescatori italiani e si favoriscono gli interessi delle multinazionali che ci vogliono far diventare un popolo di consumatori".

La situazione è critica, forse peggio di quella del 1974. Quell'anno però il governo italiano intervenne con il varo della legge detta "migliatico", la quale prevedeva dei rimborsi per il motopeschereccio e per il suo equipaggio calcolato su ogni miglio percorso. Questo provvedimento allora salvò l'economia ittica dal baratro. Considerato questo precedente e che i fondi ci sono, i pescatori chiedono una ripresentazione dello stesso, riveduta e corretta.

Ci tiene poi a sottolineare le caratteristiche dello sciopero, Ricci, un altro dei rappresentanti di questa protesta: "Ci tengo a dire che noi non siamo governati da NESSUNA categoria, il nostro è uno sciopero naturale e spontaneo. I motivi principali sono 2: l'aumento dei costi del gasolio e il Piano Comune della Pesca che sta per entrare in vigore".

Questo PCP a quanto pare, prevede delle normative inapplicabili per la realtà italiana, che vanno soprattutto ad incidere sulle imbarcazioni piccole e medie. Altro elemento che preoccupa molto i pescatori è l'adozione della licenza a punti, che avrebbe una politica sanzionatoria troppo elevata e molto compromettente verso gli interessi degli stessi.

"Siamo presi di mira - prosegue Ricci -, non bastano gli aumenti che ci fanno spendere ben 365 € in più al mese, ci vogliono proprio affondare! Se si prosegue in questa direzione a giugno ci dovremo tutti fermare. Riguardo lo sciopero - conclude Ricci - non è da escludere che prosegua anche la prossima settimana".

Interviene infine sul PCP anche Urbinati: "Questo piano deve essere ancora discusso a Bruxelles. Proprio a questo riguardo ho contattato l'on. Guido Milana (europarlamentare del PD), il quale verrà in città proprio per farci conoscere, analizzare e discutere il nuovo Piano Comune della Pesca". 

Le acque sono mosse, ed il tempo all'orizzonte non è sereno, la protesta sta coinvolgendo quasi interamente l'Adriatico e buona parte del Tirreno in una Italia paralizzata dagli scioperi e che naviga come non mai in acque burrascose. Non ci resta che augurarci perlomeno che al timone della nostra nazione ci siano comandanti un pò più seri dell'ormai noto Schettino. 

 

24/01/2012





        
  



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Urbinati e la marineria sanbenedettese

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