Luca Spadoni: a lavoro per la coalizione
San Benedetto del Tronto | Unintesa allargata che rievochi lalleanza del 2006 è lunico modo per vincere.
di Martina Oddi

Luca Spadoni
Perché scende in campo?
In questo momento siamo impegnati come partito in un percorso di riunificazione di tutto il centro sinistra: l'intenzione è quella di ricreare l'alleanza del 2006, includendo quei partiti - da Rifondazione al PD. Questa è la situazione e un'eventuale valutazione di una candidatura espressione di SEL dipende dal percorso in atto. Siamo in una fase interlocutoria.
A proposito di candidature, conferma la proposta fatta dal suo partito all'architetto Eusebi?
Si tratta di un'indiscrezione giornalistica. Diciamo che abbiamo valutato alcune possibili candidature, aperte anche alla società civile ed è uscito il suo nome, essendo anche uno dei firmatari dell'appello per un PGR a crescita zero
Con quali alleati?
Abbiamo chiesto al PD e alla maggioranza consiliare il ripristino del perimetro delle alleanze del 2006, ma ad oggi non c'è stata data alcuna risposta ufficiale.
Condizioni sine qua non rimangono l'ingresso di RC e l'abbandono della delibera sulla maxivariante?
Sono i presupposti fondamentali per tornare al tavolo della discussione con il centro sinistra e per riprendere un cammino insieme.
Esiste un pregiudizio a procedere su Gaspari e la sua leadership?
Il problema è stato risolto dallo stesso Gaspari quando ha proposto di fare le primarie, mettendosi quindi direttamente e personalmente in discussione.
In questo programma di certo non ci sarà la maxivariante?
Sicuramente no. Il concetto di crescita zero, al di là della sorte della maxivariante, impone all'attenzione un'idea di urbanistica nuova, basata su una valutazione di sostenibilità reale del territorio. Consiste in un'idea moderna di sviluppo delle città, che include anche la mobilità sostenibile e la lotta all'inquinamento: un modello di sviluppo della città radicalmente diverso da quello attuale, basato sul miglioramento della qualità della vita.
Uno sguardo alla città del futuro, tra Porto e Sentina: su cosa investire per il rilancio economico?
San Benedetto, seguendo la sua natura e le sue caratteristiche peculiari, deve puntare su un modello di vita basato sulla qualità che diventa attrattiva turistica. C'è chi pensa di portare qui la gente con i grandi eventi, ma il turista che lascia la grande città e viene qui, lo dovrebbe fare perché trova una qualità della vita migliore, in termini di aria, cibo, traffico, condizioni di vivibilità in generale ottimali, che nella sua città non ha. La scommessa è sulla qualità della vita, che poi traina il decollo economico basato sul turismo.
Guardando alla politica locale, tra i malumori superati dell'IDV e il Terzo Polo in cerca di un'identità. Cosa vede?
L'empasse dell'IDV pare sia rientrata, anche se si è trattato di un segnale inquietante. Il terzo polo di Ciccanti non fa nulla di diverso da quello che fanno a livello nazionale Fini, Casini e Rutelli. Il vero problema è che il PD ha sbagliato strategia, cercando un accordo con l'UDC anche a costo di una spaccatura a sinistra, per ripetere il modello delle Regionali. E ora si ritrova con un UDC con una strategia ben diversa dalla sua. Il PD deve confrontarsi sin da subito con il fallimento del modello regionale.
A livello nazionale, c'è un'alternativa a Berlusconi?
Certo, Vendola! Spero che il PD faccia un atto di coraggio con le primarie, per scegliere una leadership moderna, quale quella di Vendola, che non si fonda solo sull'impatto mediatico, ma anche su una reale capacità di innovazione e di governo. L'alternativa c'è, basta prenderne atto.
Una crisi che non passa, migliaia di uomini e donne senza lavoro e senza prospettive. C'è una strada per uscirne?
La strada non può essere senz'altro il modello "Marchionne", l'idea cioè che l'economia migliori comprimendo i diritti e le conquiste dei lavoratori. Occorrono investimenti effettivi sull'innovazione tecnologica e ambientale e dare un reale spazio alle nuove intelligenze ed ai nuovi saperi. Ma per fare questo credo che, anche per l'imprenditoria, come per la politica, ci sia bisogno di un radicale ricambio della classe dirigente.
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26/01/2011
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