C’erano quasi tutti l’altra sera alla nascita dell’Associazione I.T.B. (Imprenditori Turistici Balneari). Una sala gremita, partecipe e consapevole che si stava scrivendo una pagina importante nella storia dell’imprenditoria turistica sambenedettese. Voluta, ideata e instancabilmente portata avanti dal suo fondatore, il carismatico seppur per alcuni controverso Giuseppe Ricci. Un parterre di tutto rispetto quello che lo ha accompagnato nel battesimo di questa sua creatura. Dalla presenza del Commissario Straordinario Dott.Iappelli a quella del Comandante della Capitaneria di Porto Aulicino. Dall’Onorevole Scaltritti al responsabile delle aree demaniali Fabiani. Dall’ing.Polidori all’ex presidente dell’Atp Pennesi.

I proprietari di chalet che si sono iscritti all’Associazione sono ormai una cinquantina ed il numero è destinato ad aumentare. Nella sua relazione Ricci ha iniziato subito con il prendere di mira, l’aumento del canone demaniale previsto del 300%. Il presidente dell’I.T.B ribadiva con forza come: ” Ancora oggi, dopo tre anni dall’approvazione del provvedimento punitivo e dopo quattro rinvii, nessuna decisione è stata presa dal Governo, lasciandoci nell’attesa di un eventuale decreto attuativo della legge che autorizzerebbe i Comuni ad emanare i nuovi canoni demaniali”.

Non si può, secondo l’I.T.B. “punire” la risorsa mare che, dal rapporto annuale sul turismo, risulta essere l’elemento trainante dell’economia turistica del paese, poiché dell’intero flusso turistico diretto in Italia, le imprese del balneare e dell’aria aperta, raccolgono il 64,2 % del totale. La nostra Regione, con i suoi 180 km di costa, calamita oltre l’80% del fatturato complessivo di tutto il settore turistico.

Dopo aver enumerato uno per uno (ben 22) i costi diretti ed indiretti che un’azienda balneare sostiene durante la stagione turistica, Ricci chiedeva, in nome dell’Associazione, di annullare definitivamente l’applicazione dei nuovi canoni. Intanto, la campagna di sensibilizzazione iniziata la scorsa estate (si ricorderà il famoso sciopero dell’ombrellone), avrà un seguito. A tale scopo, si chiederà di anticipare l’apertura della stagione 2006 al 1° aprile. Questo per poter, alla vigilia delle elezioni politiche, organizzare nuove manifestazioni di protesta su tutte le spiagge della Regione durante tutto il periodo pasquale.

Altri temi fondamentali della relazione riguardano il fenomeno erosivo delle nostre spiagge, l’accesso (negato solo agli chalet) e l’uso delle terrazze, che invece viene, secondo Ricci, largamente consentito su tutta la città. Inoltre bisogna creare dei silos per parcheggi in zone strategiche della città. Insistere affinché se ne realizzi uno nel tratto finale del torrente Ambula che va dalla ferrovia al ponte sul lungomare. Occorre creare nuove strutture del ricettivo alberghiero e all’aria aperta di qualità superiore ed adeguate alle nuove esigenze.

Un punto focale per l’I.T.B. è quello di non dimenticare che la responsabilità della vita dei singoli bagnanti, dei cittadini non dovrebbe essere imputata totalmente a carico dei singoli operatori ma a tutta la comunità. Ultima richiesta, molto importante, per mettere fine ad un torto che la categoria, secondo Ricci, subisce da sempre: ottenere una sede, necessaria come punto logistico per gli operatori balneari, per i servizi che si debbono organizzare e come punto per le informazioni ai turisti alla pari di altre associazioni marginalmente interessate alla balneazione e che svolgono attività con servizi a pagamento in modo concorrenziale. “L’I.T.B. vuol essere – terminava Ricci – non un’Associazione che fa politica ma una che presenti in modo concreto le proprie esigenze”.

Il dott. Iappelli salutava con piacere la nascita di una nuova associazione dicendosi pronto a dare il suo contributo, nel limite delle sue competenze, per far sì che essa diventi una realtà integrante del turismo e dell’indotto cittadino. Da parte sua il Comandante Aulicino invitava addirittura l’I.T.B a fare da “sentinella” nel monitorare e segnalare alla Capitaneria di Porto situazioni e tematiche da migliorare o da controllare affinché vi sia uno sviluppo armonico e equo per tutte le attività balneari.

L’ingegner Polidori impegnava l’ufficio di sua competenza ad accelerare ed incrementare l’attuazione di tutte quelle infrastrutture indispensabili per lo svolgimento e l’ampliamento dell’industria balneare. L’On. Scaltritti ci teneva ad assicurare l’associazione che avrebbe fatto di tutto per risolvere il problema dell’aumento di canone che pesa come una spada di Damocle non solo sulle attività degli imperditori balneari ma che rischia di ritorcersi contro quelli che sono poi la destinazione ultima di questo “balzello” ovvero gli stessi bagnanti.

Chiudeva l’intervento l’ex Presidente dell’Atp Pennesi con una lucida e attenta disamina del fenomeno turisto locale. Del suo evolversi e delle strategie concrete e lungimiranti che l’intera Regione deve attuare se vuole sopravvivere alla concorrenza delle nuove realtà emergenti situate sull’altra sponda dell’Adriatico