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San Benedetto del Tronto | Il comune si fa promotore della mobilitazione contro la scellerata politica di Trenitalia. Gaspari: “un problema che reca un duro colpo alle economie del territorio”.

di Martina Oddi

Incontro sui tagli di Trenitalia

Fronte compatto per ridare alla stazione di San Benedetto la sua valenza strategica nella micro regione Adriatico Ionica. Un'interrogazione parlamentare a firma dell'On. Agostini, un tavolo con Passera promosso da Canzian, un consiglio comunale aperto proposto da Gaspari, che rincara la dose intimando manifestazioni di piazza in cui coinvolgere il vicino Abbruzzo.

Alza la voce la politica contro le mortificazioni di Trenitalia, che sacrifica la centralità della prima stazione ferroviaria del Piceno tagliando tutti i principali collegamenti con le grandi città italiane. Condannando i lavoratori pendolari, gli studenti e i viaggiatori a scelte alternative più onerose in termini di tempo e soldi. E immolando le ragioni del turismo e della natura. "Il treno è il mezzo più ecologico e economico. Inoltre gli utenti non sono dei clienti, non possono scegliere compagnie alternative. Sono costretti a subire le scelte dell'unica azienda che opera nel settore" denuncia Luigi Oddi, rappresentando gli umori neri di Confindustria, insieme a Massimo Forlì e Ferruccio Squarcia. "Il comparto industriale è già in crisi, così si aggrava pericolosamente la situazione" aveva dichiarato Bruno Bucciarelli nell'incontro con Gaspari di lunedì mattina.

Lotta con tutti i mezzi per riavere i collegamenti fino a occupare i treni se sarà necessario, perché le motivazioni addotte da Trenitalia, che insiste su questioni di bilancio e di ottimizzazione del servizio, si dimostrano del tutto infondate alla prova dei fatti, e penalizzano un intero territorio che si estende da Giulianova alla Riviera delle Palme, senza risparmiare tutto l'entroterra Piceno. E segnano il passo del graduale ma inesorabile declino della stazione di San Benedetto, insieme a un altrettanto progressivo deterioramento dei servizi offerti.

Fino a minacciare di intaccare la coerenza dello sviluppo di politiche ecosostenibili, cadendo come una mannaia sulla viabilità alternativa e non inquinante, causando nello stesso tempo una emorragia del turismo su due ruote. Il declassamento della fermata rivierasca lascerebbe evincere un lento degrado delle infrastrutture che dovrebbero invece sostenere lo sviluppo del territorio. Un declino inaccettabile contro cui tutte le Associazioni di categoria e la politica stringono un sodalizio all'insegna della lotta per i diritti della città, della Riviera e del Piceno.

31/01/2012





        
  



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