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Consiglio provinciale aperto: la Provincia di Ascoli Piceno è una delle più partigiane d’Italia

Ascoli Piceno | Tito Alessandrini durante il consiglio provinciale si commuove di fronte alle scolaresche nel raccontare i fatti e gli accadimenti avvenuti nei mesi della liberazione d’Italia

di Federico Biondi

Si è conclusa la prima parte del consiglio provinciale aperto “la giornata della memoria per ricordare la Shoah” che si è svolta al teatro dei combattenti di Acquasanta Terme.
 
Presenti tra i relatori il presidente della provincia di Ascoli Piceno Massimo Rossi, il presidente provinciale dell’Anpi Tito Alessandrini, il presidente del consiglio provinciale Giulio Saccuti, il consigliere provinciale Lucio Ventura, il sindaco di Acquasanta Terme Giampiero Fioravanti e il direttore dell’istituto provinciale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche di Ascoli Piceno Costantino di Sante.
 
Toccanti le parole rivolte alle scolaresche dal presidente dell’Anpi Tito Alessandrini “il cimitero internazionale di Pozza è la testimonianza di quanto i combattenti credevano in un ideale”. Nel suo intervento ha raccontato avvenimenti e fatti accaduti ad Ascoli Piceno, ad Acquasanta e in altri paesi della provincia picena.
 
Ha ricordato i compagni della guerra di liberazione come Italo Petrelli, Vittorio e Gastone Orefice, Renato Oriati e tanti altri, ma ha anche ricordato che durante il fascismo essendo di famiglia socialista è stato discriminato insieme a tanti altri compagni di scuola.
 
“Chi non proveniva da famiglie fasciste non aveva diritto alla befana che il Duce dava nelle scuole e io come tanti altri miei coetanei eravamo esclusi” dice Alessandrini.
 
L’incontro è stato anche l’occasione per annunciare che in tutte le scuole della provincia di Ascoli Piceno sarà distribuito il libro che documenta l’attività dei partigiani nel processo che portò alla liberazione dal fascismo e dal nazismo e l’istituzione della “Fondazione dei Partigiani” della provincia di Ascoli Piceno voluta dall’amministrazione provinciale.   
 
Alessandrini anticipa un tema che sarà approfondito durante il consiglio dal direttore dell’istituto di storia del movimento di liberazione nelle Marche circa il campo di deportazione di Servigliano nelle Marche.
 
Quest’ultimo attesta la corresponsabilità dello stato italiano e del prefetto della repubblica sociale in merito alle deportazioni degli ebrei italiani ad Auschwitz che inizialmente erano detenuti insieme agli oppositori del regime e ai sudditi pericolosi a Servigliano, “le istituzioni italiane e la monarchia hanno delle responsabilità” dice Di Sante.
 
Da menzionare gli interventi dal pubblico di Massimo Martelli e del partigiano Cruciani che ricorda il comandante Spartaco Perini, la compagna Anna Sparapani e Cinelli Adriano il primo partigiano rimasto ucciso nella guerra di liberazione d’Italia e forse d’Europa.

10/02/2005





        
  



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