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Marcolini ad Ascoli: “il brand delle nostre Marche: sviluppo sostenibile e culturalmente orientato"

Ascoli Piceno | Anche il Piceno risponde alla chiamata di Marcolini: oltre 250 persone all’Auditorium del Polo Sant’Agostino. “Siamo chiamati a risolvere problemi, non a fare da spettatori”.

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Per Marcolini, candidato alle Primarie, siamo oltre le 2000 firme a sostegno. Ieri tappa ad Ascoli Piceno e altro pienone all’auditorium del Polo Sant’Agostino: oltre 250 persone ad ascoltare proposte e idee per il futuro delle Marche. Che quello di Marcolini sia un progetto che apre il partito alle forze della società civile è stato più volte ribadito nei vari incontri che si stanno succedendo sul territorio. La stessa raccolta di firme a sostegno sta a sottolinearlo. Secondo il regolamento delle Primarie, Marcolini si sarebbe potuto accontentare delle sottoscrizioni dei membri dell’Assemblea Regionale del Partito Democratico. Il desiderio di confrontarsi con la base e di aprirsi al territorio lo ha indotto ad avviare anche la raccolta delle firme. Che ieri, tra gli iscritti, ha superato abbondantemente la barriera delle 2000.

 

Marcolini ha raggiunto il Piceno nel pomeriggio per una serie di incontri con le associazioni culturali. Proprio queste ultime, nel suo programma, rivestono un ruolo da protagoniste nel rilancio economico delle Marche. “Qui ad Ascoli – ha detto la sera – e più in generale in tutte le Marche, abbiamo delle bellezze storiche, architettoniche, paesaggistiche invidiabili. Pensate a quanto si può fare unendo i saperi e le generazioni: le università, gli istituti culturali, la collaborazione pubblico-privato, le competenze dei giovani unite al volontariato attivo degli anziani. Il brand delle nostre Marche è uno sviluppo sostenibile e culturalmente orientato. Penso ad una regione a consumo di suolo zero, che tutela il paesaggio e investe nel riciclo e nelle bonifiche. Abbiamo 1500 ettari di capannoni inutilizzati, 13mila case sfitte: avviamo un programma straordinario di ristrutturazioni e riqualificazioni edilizie. E basta con i pannelli fotovoltaici a terra: si utilizzino le strutture già esistenti”.

 

Un Marcolini che ha toccato anche temi nazionali, quello ascoltato ieri ad Ascoli. Spaziando dalla recente elezione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Una pagina che ne ha riscattata un’altra - ha commentato Marcolini - se penso a come sia maturato il Napolitano bis, due anni fa. Nelle prime parole del Presidente Mattarella c’è il senso della riconciliazione degli italiani con la politica. Dà il senso di un ottimismo paziente e tenace. Proprio quello che vogliamo mettere nel governo della regione”.

 

Un senso di riconciliazione nazionale che non ha bisogno dei soliti circuiti politici autoreferenziali che nei territori ingabbiano le energie migliori, ma di risorse nuove che interpretino il ruolo dell’amministratore come un servizio alla comunità per risolvere le questioni e non esasperare i problemi. In una babele come quella che viviamo da 7 anni, dovuta alla crisi, è facile incolpare il prossimo e difficile trovare la strada nel polverone del populismo – ha sottolineato Marcolini -. L’analisi più severa deve essere messa a confronto con le risorse in un quadro ordinato di obiettivi. Continuazione e perpetuazione vanno messi da parte. Il dibattito delle Primarie è un’opportunità che sta ai cittadini, ai giovani e ai meno giovani raccogliere per affermare il proprio punto di vista: cogliete questa occasione, prendiamo in mano il nostro destino”.

 

Sul tema della burocrazia, Marcolini ha detto che occorre “riformare l’intreccio tra dirigenti non autonomi e politici invadenti. Il nostro programma di lavoro mette in chiaro la responsabilità della politica e la competenza dei tecnici. Venga restituita ai dirigenti la sfera tecnica per risolvere i problemi, sia restituito ai politici il ruolo di indirizzo. Il mio competitor dice che anche se abbiamo i conti in ordine, per quanto riguarda la sanità, abbiamo liste di attesa troppo lunghe. Lo sappiamo e dobbiamo affrontare il problema, ma il nostro compito non è stare seduti in una platea d’avanspettacolo a fare da spettatori. Nonostante le risorse sempre più esigue siamo riusciti a mantenere, se non aumentare i servizi. Siamo tra le ultime Regioni d’Italia quanto a trasferimento statali nel settore dei trasporti, eppure siamo riusciti ad aggiungere corse al sistema ferroviario o a fare investimenti come l’elettrificazione della linea Ascoli-Porto D’Ascoli.

 

“Al Governo Renzi -ha chiuso Marcolini- lanciamo la proposta di una leale collaborazione istituzionale, perché non tutte le Regioni sono virtuose. Il numero dei dipendenti della Regione Marche è pari alla metà del numero dei dirigenti della Regione Sicilia, tanto per dire. Chiediamo allo Stato di riprendere in mano il tema di un federalismo responsabile”.

11/02/2015





        
  



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