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Passione e lavoro per il bene comune: Valentini detta la strada del rilancio

| Creatività, conoscenza, curiosità e responsabilità come ingredienti per il successo delle aziende nel nuovo panorama imprenditoriale mondiale secondo il presidente della CdO Marche Sud

di Massimo Valentini, presidente della Compagnia delle opere Marche sud

Viviamo in un momento in cui, superato lo shock degli effetti della globalizzazione che ci ha fatto toccare con mano negli anni scorsi lo spettro della crisi, con molti lavoratori in cassa integrazione e mobilità, è affiorata la certezza di riuscire a preservare lo sviluppo della nostra economia locale. I recenti dati sull’andamento del Pil regionale e dell’Export confermano questa sensazione. I nostri distretti produttivi stanno cambiando, sta emergendo una nuova classe imprenditoriale e ne sta tramontando un’altra.

Dobbiamo però approfondire il giudizio sui fattori che stanno rendendo possibile questo nuovo miracolo in modo da renderli oggetto di un’attenzione primaria. Tutti gli imprenditori emergenti hanno in comune un aspetto motivazionale nel fare impresa. Nel descrivere il loro successo, tutti affermano che il rapporto con il territorio, con la gente “del paese”, con la manualità tramandata da persone significative, hanno avuto un ruolo determinante nelle scelte imprenditoriali. E’ evidente per loro, anche se a volte non sono pienamente consapevoli, che lo scopo del fare impresa esprime una tensione ideale, la ricerca del bello e del giusto che anima il cuore dell’uomo e che utilizza il mezzo profitto per sviluppare l’impresa.

Al contrario, molti di coloro che non riescono ad affrontare la crisi sono soprattutto persone che hanno messo al primo posto il profitto di breve periodo o una vanità personalistica, facendo scelte imprenditoriali che chiuse in questo obiettivo non sono state in grado di leggere la realtà che cambiava. Esprimere nell’impresa una tensione ideale, una passione, richiede la presenza di luoghi educativi e la nostra tradizione vive ancora in questi luoghi che generano un io in grado di esprimere le quattro virtù fondamentali, necessarie per una capacità di innovazione continua. Innanzitutto la creatività, che l’educazione alla bellezza presente nella realtà stimola; poi la conoscenza, che la curiosità di sapere la verità delle cose sostiene; a seguire la fiducia, che un'ipotesi positiva nel rapporto con le persone e la materia oggetto del lavoro genera; ed infine la responsabilità, che la consapevolezza di offrire sé per costruire una cosa più grande, un bene comune, realizza.

Queste quattro virtù stanno permettendo ad alcune imprese di crescere, realizzando un modello di imprese tipiche e globalizzate, in cui il rapporto con il territorio è fondamentale, sviluppando un nuovo modello di distretto, diverso dal precedente, non più monosettoriale, ma trasversale, in cui l’aspetto relazionale con altri mondi, tipo la scuola, l’università, i centri educativi, sta crescendo significativamente. In questo nuovo distretto il ruolo delle istituzioni dovrebbe essere importante. Se il motore delle imprese che creano lo sviluppo del nostro territorio è una tensione ideale per cui uno arriva a dire che il bene del lavoratore, il bene del territorio è ciò che desidero, anche chi ha responsabilità istituzionali deve misurarsi su questo tema.

O si afferma una tensione ideale al bene comune oppure c’è la prevalenza dell’interesse personalistico, localistico o del gruppo a cui si appartiene. Come nell’impresa il venire meno di una tensione ideale porta ad una sconfitta nella sfida con il mercato, così una mancanza di tensione ideale nelle responsabilità pubbliche porta ad una sconfitta perché invece di servire il popolo si cerca di dominarlo gravandolo di un sistema di rendite. In tale prospettiva l’emergenza educativa, anche alla luce dei recenti fatti di cronaca che riguardano i giovani nella nostra Regione per fenomeni come gli eccessi nelle scuole, il bullismo , il teppismo, la carenza di propensione al rischio imprenditoriale, deve assumere una centralità. Il nostro futuro, come l’imprenditoria emergente documenta, dipende solo dall’educazione.

13/02/2007





        
  



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