Urbinati, Primavera e Menzietti presentano una mozione sulle coppie di fatto
San Benedetto del Tronto | Testo integrale a firma dei Ds, Rif.Com. e la margherita.
Al Sindaco:
Sig. Giovanni Gaspari
All’Ass. Servizi Sociali e alle
Politiche della Città Solidale:
Dott.ssa Loredana Emili
Al Presidente del Consiglio Comunale:
Dott.ssa Giulietta Capriotti
MOZIONE A SOSTEGNO DEL RICONOSCIMENTO DI DIRITTI ALLE PERSONE CHE VIVONO IN CONVIVENZE NON MATRIMONIALI.
I sottoscritti consiglieri comunali intendono aprire un confronto laico sui diritti civili, tema ampiamente dibattuto nei parlamenti e nelle assemblee elettive degli stati Europei.
CONSIDERATO CHE:
Il principio generale di non discriminazione ha un valore universale, riguarda tutte le persone e come tale è affermato nelle norme di diritto internazionale fin dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948.
Lo stesso principio è sancito dall’Art. 3 della Costituzione Italiana, ove si afferma che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
INOLTRE:
La carta dei diritti fondamenteli dell’unione Europea, proclamate a Nizza nel Dicembre del 2000, già recepita dal Parlamento Italiano e pilastro del nuovo Trattato Costituzionale Europeo, riconosce il diritto a tutti di costituire una famiglia e all’art. 21 introduce l’orientamento sessuale fra le cause di discriminazione da combattere.
PRESO ATTO CHE:
Il Parlamento Europeo ha più volte “sollecitato gli stati membri che non vi abbiano già provveduto ad adeguare le proprie legislazioni al fine di riconoscere legalmente le convivenze fuori dal matrimonio e sono ben sedici i paesi Europei che riconoscono oggi, sotto varie forme legislative le unioni di fatto, e sono : Olanda, Belgio, Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, Francia, Germania, Islanda, Portogallo, Ungheria, Lussemburgo, Gran Bretagna, Svizzera, Spagna e altri si stanno adeguando come: Croazia, Repubblica Ceca e Austria.
TENUTO CONTO CHE:
Come rilevato dieci anni or sono, in Italia, dalla Corte Costituzionale, un consolidato rapporto, ancorcorch di fatto, non appare, anche a sommaria indagine, costituzionalmente irrilevante quando si abbia riguardo al rilievo offerto al riconoscimento delle formazioni sociali e alle conseguenti, intrinseche manifestazioni solidaristiche (art. 2 Costituzione) Corte Costituzionale 18/11/1986 n° 237.
PREMESSO CHE:
E’ compito del nostro Governo e di questa Amministrazione Comunale fare politiche coerenti ed organiche per la famiglia così come definita dall’art. 29 della Costituzione: “ La repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”
Compito di questa amministrazione e del Governo è di garantire alle persone i diritti civili e sociali, senza discriminare coloro che affidano i propri progetti di vita a forme diverse di convivenza, siano esse tra persone di sesso diverso o dello stesso sesso.
Il riconoscimento di tali diritti non intende in alcun modo alterare o modificare il riconoscimento e l’importanza primaria della famiglia fondata sul matrimonio.
PERTANTO TALE MOZIONE IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA COMUNALE:
A sollecitare il Parlamento affinché proceda con la massima solerzia all’esame ed all’approvazione del ddl Bindi-Pollastrini sul tema del riconoscimento giuridico dei diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi.
Fabio Urbinati – Ds
Daniele Primavera - Sinistra Europea- Rif. Comunista
Nazzareno Menzietti – Margherita D.L.
Sig. Giovanni Gaspari
All’Ass. Servizi Sociali e alle
Politiche della Città Solidale:
Dott.ssa Loredana Emili
Al Presidente del Consiglio Comunale:
Dott.ssa Giulietta Capriotti
MOZIONE A SOSTEGNO DEL RICONOSCIMENTO DI DIRITTI ALLE PERSONE CHE VIVONO IN CONVIVENZE NON MATRIMONIALI.
I sottoscritti consiglieri comunali intendono aprire un confronto laico sui diritti civili, tema ampiamente dibattuto nei parlamenti e nelle assemblee elettive degli stati Europei.
CONSIDERATO CHE:
Il principio generale di non discriminazione ha un valore universale, riguarda tutte le persone e come tale è affermato nelle norme di diritto internazionale fin dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948.
Lo stesso principio è sancito dall’Art. 3 della Costituzione Italiana, ove si afferma che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
INOLTRE:
La carta dei diritti fondamenteli dell’unione Europea, proclamate a Nizza nel Dicembre del 2000, già recepita dal Parlamento Italiano e pilastro del nuovo Trattato Costituzionale Europeo, riconosce il diritto a tutti di costituire una famiglia e all’art. 21 introduce l’orientamento sessuale fra le cause di discriminazione da combattere.
PRESO ATTO CHE:
Il Parlamento Europeo ha più volte “sollecitato gli stati membri che non vi abbiano già provveduto ad adeguare le proprie legislazioni al fine di riconoscere legalmente le convivenze fuori dal matrimonio e sono ben sedici i paesi Europei che riconoscono oggi, sotto varie forme legislative le unioni di fatto, e sono : Olanda, Belgio, Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, Francia, Germania, Islanda, Portogallo, Ungheria, Lussemburgo, Gran Bretagna, Svizzera, Spagna e altri si stanno adeguando come: Croazia, Repubblica Ceca e Austria.
TENUTO CONTO CHE:
Come rilevato dieci anni or sono, in Italia, dalla Corte Costituzionale, un consolidato rapporto, ancorcorch di fatto, non appare, anche a sommaria indagine, costituzionalmente irrilevante quando si abbia riguardo al rilievo offerto al riconoscimento delle formazioni sociali e alle conseguenti, intrinseche manifestazioni solidaristiche (art. 2 Costituzione) Corte Costituzionale 18/11/1986 n° 237.
PREMESSO CHE:
E’ compito del nostro Governo e di questa Amministrazione Comunale fare politiche coerenti ed organiche per la famiglia così come definita dall’art. 29 della Costituzione: “ La repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”
Compito di questa amministrazione e del Governo è di garantire alle persone i diritti civili e sociali, senza discriminare coloro che affidano i propri progetti di vita a forme diverse di convivenza, siano esse tra persone di sesso diverso o dello stesso sesso.
Il riconoscimento di tali diritti non intende in alcun modo alterare o modificare il riconoscimento e l’importanza primaria della famiglia fondata sul matrimonio.
PERTANTO TALE MOZIONE IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA COMUNALE:
A sollecitare il Parlamento affinché proceda con la massima solerzia all’esame ed all’approvazione del ddl Bindi-Pollastrini sul tema del riconoscimento giuridico dei diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi.
Fabio Urbinati – Ds
Daniele Primavera - Sinistra Europea- Rif. Comunista
Nazzareno Menzietti – Margherita D.L.
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15/02/2007
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