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I produttori tessili a confronto con il Sottosegretario Gianni Letta.

Montappone | Si svolgerà lunedì 21 febbraio a Roma un incontro fra i rappresentanti del settore tessile nazionale, cui sono stati invitati esponenti del territorio fermano, con il Sottosegretario Letta.

di Alessio Carassai

Imprenditori fermani nel settore tessile, abbigliamento  e tessile lunedì 21 febbraio potranno incontrare il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta per discutre della situazione attuale in Italia e nei vari distretti del settore tessile, e improntare delle iniziative a difesa di tutto il sistema nazionale. 
 
"Sono stato contattato dalla Federazione italiana industrali dei tessili - ha commentato il Presidente della sezione Cappelli Amedeo Antinori - per invitare alcuni imprendotori locali ed esponenti politici del territorio, invitando anche il sindaco di Fermo all'incontro che si svolgerà lunedì per discutere e presentare al Sottosegretario Letta la situazione produttiva del nostro distreto". In quella sede sarà presentata una relazioen a livello nazionale che chiederà la sensibilizzazione dello Stato su lacuni punti ritenuti molto importanti.   
 
"Le piccole aziende e soprattutto quelle a monte del sistema - ha commentato il Presidente nazionale della Federazione italiana industraili dei tesili vari Giorgio Giardini - sono sempre meno in grado di difendere ricerca, innovazione e qualità di servizio, e offrire quei caratteri di elasticità e diversificazione  patrimonio del tessile italiano. Non possono più contare sui fatturati del prodotto medio o basso che facevano da zoccolo duro alla produzione  e davano i margini per fare sperimentazione e piccoli lotti. Nel 2005 per resistere deve intervenire il credito ,  sia  prestiti  di valenza stagionale sia sconti fiscali o contributi  per un periodo che permetta di passare dentro il maremoto  della fine dei contingenti dell’Amf. Le aziende devono essere aiutate a resistere affinchè, poi fra due o tre anni, chi è riuscito a sopravvivere e a resistere a valle ritrovi ancora a monte le aziende in grado di fare qualità e servizio. Siamo convinti che nel medio periodo la situazione cambierà e che davvero la Cina fra qualche anno sarà un’opportunità in grado di trascinare il sistema e non solo i fatturati delle grandi marche multinazionali e trasversali".
 
Gli interventi definiti come necessari sono: garanzie e normative europee serie, una politica industriale di settore mirato alla medio piccola dimensione, interventi immediati concentrati sul credito, le agevolazioni per le fusioni, la diffusione più capillare possibile di maggior cultura tecnologica e di relazione informatizzata con il cliente non solo e non tanto investimenti nelle best practices, che sono appannaggio dei grandi ma delle normal practices per la manifattura italiana mirate alla qualità e alle macchine piccole e intelligenti. 
 
"I nostri industriali - ha continuato Giardini - non possono più permettersi grandi investimenti per paura di non avere davanti neanche un anno di attività. I filatori e i tessitori non sanno se dall’oggi al domani i loro clienti chiuderanno o chiederanno tempi incredibilmente lunghi per i pagamenti. Il Commissario Mandelson crede nel futuro del tessile italiano salvato dalla fascia alta dalla nicchia ma bisogna aver presenti quali e quante ce ne vogliono di nicchie per mantenere in vita  i sistemi integrati italiani che producevano milioni di metri e migliaia di capi al giorno, dal nord al sud d’Italia. Le Regioni , il Governo e l’Europa hanno un debito e un interesse autentico verso il Tessile per il rispetto delle norme e degli accordi esistenti e per fare pochi semplici passi per accompagnare una “caduta”del settore che sia  ragionata  e  non selvaggia.
Non crediamo di essere di fronte ad una sana selezione naturale e  vinca il migliore! perché non  è il migliore . Vince con la Cina una strategia statale precisa che ha disposizione fondi, crediti e capitali pubblici immensi e in grado di sopportare sprechi e investimenti di lungo periodo.
Mentre le aziende tessili hanno l’orizzonte strategico sbarrato da un credito costoso con la necessità di rientri a breve termine e che spesso si scontrano con i tempi dilatati della stagionalità".

16/02/2005





        
  



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