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Un gioiello a portata di mano... Civitella del Tronto

Civitella del Tronto | È forse ormai noto a tutti quante bellezze racchiuda il nostro paese, quanti luoghi interessanti, ancora sconosciuti a molti, me compresa, si possano riscoprire, o addirittura scoprire per la prima volta.

di Elvira Apone

Civitella del Tronto

Spesso non è necessario andare lontano per compiere un viaggio nel tempo, per ripercorrere con l'immaginazione, e non solo con quella, i secoli che l'umanità si è lasciata alle spalle.

Solo qualche anno fa, infatti, a pochi chilometri da casa, mi ritrovai, affascinata e sorpresa al tempo stesso, a esplorare un posto nuovo e magico, ancora avvolto dalla spirale della storia che gli è scivolata addosso e che gli ha impresso il suo marchio indelebile ed eterno.

Si trattava di una delle più imponenti opere d'ingegneria militare d'Italia: la fortezza di Civitella del Tronto, che si estende per più di 500 metri di lunghezza su una cresta rocciosa nei pressi del fiume Salinello, un tempo confine naturale tra l'antico Stato Pontificio e il Regno di Napoli.

Costruita tra il 1564 e il 1576 durante la dominazione spagnola, questa colossale struttura venne modificata in epoche successive, pur mantenendo intatte le originarie mura perimetrali. Nonostante la sua posizione strategica in qualità di piazzaforte di presidio dei confini settentrionali del regno borbonico, la fortezza e il connesso borgo subirono diversi assedi nel corso dei secoli, ma certamente quello per cui oggi è ancora maggiormente ricordata è la sfortunata e coraggiosa difesa sostenuta contro l'esercito sardo-piemontese, conclusasi nel marzo del 1861 con la sua resa all'esercito sabaudo e, di conseguenza, alla nascente unità d' Italia.

Dalle testimonianze tutt'oggi conservate, si evince, con stupore, e forse anche con una punta di amarezza, come i piemontesi si fossero trovati di fronte a un popolo incredibilmente diverso dalle loro aspettative e che essi stessi non sentivano di poter definire italiano: un popolo che non ebbero remore a descrivere come volgare e incivile per comportamento e linguaggio, dal momento che non riuscivano nemmeno a comprendere la loro lingua, pur essendo la stessa, seppure con inflessioni dialettali diverse.

Quante distanze superate, anche se, forse, non del tutto: quando mi soffermai a leggere queste affermazioni inizialmente me ne stupii, eppure poi, riflettendo, mi resi conto di quanto diversi per usanze, tradizioni, stili di vita e modi di pensare siamo ancora oggi noi italiani.
Ma nonostante la sua triste capitolazione, la fortezza è tornata a nuova vita e dischiude le porte a tutti i visitatori desiderosi di compiere questo tragitto nuovo ed entusiasmante attraverso la sua storia.

Seguendo un percorso naturale, si arriva subito ad un primo posto di guardia, all'origine circondato da un fossato, oggi solo parzialmente visibile e che, insieme ad altri due camminamenti coperti e alla prima piazza d'armi, completavano la struttura difensiva della fortezza. Giunti alla seconda piazza d'armi, si può ammirare la prima delle cinque cisterne che raccoglievano, filtrandola, l'acqua piovana.

Poi, passando lungo le mura settentrionali, si arriva al bastione ottagonale di San Giacomo, situato nella terza ed ultima piazza d'armi, la Gran Piazza; questo è anche il punto più alto della fortezza dove si
trovano il Palazzo del Governatore, che un tempo ha ospitato i governatori spagnoli inviati a controllare questa zona di confine, e la chiesa di San Giacomo, risalente agli inizi del XVII secolo. Partendo dalla chiesa, ci si immette nel corso principale, lungo il quale si possono ancora osservare i resti degli antichi alloggi delle truppe.

Alla fine del viale, ormai sul versante ovest, il panorama che si apre agli occhi dell'osservatore è quanto mai suggestivo. Il sottostante paese di Civitella del Tronto si distingue per il suo particolare assetto urbanistico, con le case disposte parallelamente alla fortezza per creare ulteriori barriere difensive ad eventuali assalti nemici e con il verde paesaggio dell' entroterra abruzzese che lo incornicia.

E da qualunque parte tu venga, ti senti finalmente a casa.

18/02/2013





        
  



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