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Perizia del Ris per l’omicidio Cipolloni

Ascoli Piceno | Necessario l’intervento del reparto dei carabinieri per capire come si è consumato il delitto avvenuto a Porto d’Ascoli poco più di un anno fa, quando Fabrizio D’Intino sparò con il fucile a suo zio Adelmo Cipolloni.

di Francesca Gironelli

Al tribunale di Ascoli Piceno oggi è ripresa l'udienza preliminare che vede Fabrizio D'Intino accusato di omicidio volontario premeditato. Il 10 febbraio 2007 avrebbe ucciso con colpi di fucile suo zio, Adelmo Cipolloni, che abitava a Porto d'Ascoli.

Il difensore del presunto omicida, Alessandro Angellozzi, ha richiesto al gip Alessandra Panichi una perizia, affidata ai carabinieri del Ris, per poter avere una ricostruzione più esatta di cosa è avvenuto quella sera di febbraio.
Difatti si vuole dimostrare che Fabrizio D'Intino non volesse uccidere lo zio, ma mettergli paura sparando contro la sua finestra.

Chi ha sparato non sapeva, dunque, che dietro le tende c'era lo zio, l'intento non era di uccidere. Fabrizio D'Intino era andato sotto casa dello zio perché quest'ultimo stava infastidendo sua madre, ossia la nonna del giovane, chiedendo soldi. Sembra anche che Cipolloni maltrattasse la mamma e l'anziana donna infatti se n'era andata a vivere con la figlia. Il nipote aveva imbracciato il fucile per rispondere ad una telefonata minatoria che Cipolloni aveva fatto a sua madre per una somma di denaro.

Dopo l'omicidio, Fabrizio D'Intino è finito ai domiciliari in attesa di giudizio con il permesso di recarsi al lavoro. Pochi giorni fa è stato scoperto dai carabinieri mentre trasgrediva all'obbligo dei domiciliari, standosene in una sala giochi. Portato in carcere, il tribunale lo ha condannato a quattro mesi e ha poi concesso ancora gli arresti domiciliari.

 

18/02/2008





        
  



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