di Saturnino Di Ruscio, sindaco di Fermo

A Villa Vitali i lavori non sono fermi, ma la direzione lavori ha ritenuto opportuno che il montaggio della struttura lignea avvenga in primavera per evitare un’inutile esposizione del materiale alle intemperie. Contestualmente è stato chiesto lo spostamento di un manufatto che sia le approfondite indagini dai nostri tecnici che la stessa evidenza architettonica, comprovano trattarsi di una stalla per equini.

Anche attraverso testimonianze di parenti ed amici della famiglia Vitali – a suo tempo proprietaria della villa-, il manufatto risulta essere sempre stato una stalla per cavalli, anche se con una facciata interessante, e non invece un tempietto come erroneamente indicato da alcuni.

All’Amministrazione Comunale non risulta affatto che oggi (ieri per chi legge) sia avvenuto un sopralluogo del Soprintendente, sopralluogo che è stato invece eseguito alla fine dello scorso anno. Mi permetto di fare un’osservazione di buon senso. In un Paese ricchissimo di beni culturali di valore inestimabile, in una città come Fermo dove il Comune si sta facendo carico di recuperare importanti immobili (Collegio Fontevecchia, le antiche Cisterne Romane, la Chiesa di S. Filippo Neri, ecc…) il dibattito cittadino – ma sarebbe più giusto dire:il dibattito di alcuni interessati più o meno direttamente alla questione- può incentrarsi unicamente sullo spostamento di una stalla per equini con un ninfeo nella parte anteriore?