Sanità: la prevenzione può sconfiggere il cancro del colon-retto
| ANCONA - Presentato il Progetto screening del tumore dellultimo tratto dellintestino.
“Siamo soddisfatti del progetto perché pone al centro dell’attenzione la salute del cittadino. Attraverso la prevenzione all’insorgere del tumore del colon-retto e la sua diagnosi in fase iniziale è possibile ridurre sensibilmente il rischio di morte dell’uomo. L’iniziativa della Regione Marche aumenta la tutela dello stato sociale e si inserisce all’interno del nuovo piano regionale sanitario che stabilisce l’ottimizzazione delle risorse e la sostenibilità economica del sistema, offrendo risposte adeguate ai bisogni della collettività”.
Con queste parole l’assessore regionale alla Sanità Almerino Mezzolani ha voluto presentare in conferenza stampa il “Progetto screening del tumore del colon-retto”. Prevenire l’insorgenza del cancro del colon-retto o diagnosticarlo precocemente è possibile poiché la sua comparsa è spesso preceduta dalla formazione di lesioni (protuberanze) benigne dell’intestino, di polipi o adenomi, che possono diventare maligni nel lungo periodo.
Il progetto, in via sperimentale per il modello organizzativo a rete posto in essere, si articola invitando circa 3700 soggetti, tra i 59 e i 69 anni, residenti nei Comuni di Fano, Fossombrone e Pergola, a sottoporsi allo screening. Ad ognuno viene inviata una lettera con l’indicazione di recarsi in una qualsiasi farmacia dei tre comuni marchigiani per ritirare l’apposito flaconcino per la raccolta del campione di feci. Il soggetto appena effettuato il prelievo a casa sua, porta entro due giorni il campione fecale presso i laboratori analisi ricadenti nella Zona Territoriale 3 di Fano. Questi hanno il compito di accettare i campioni, conservarli e garantire il loro trasporto periodico presso il laboratorio analisi degli “Ospedali Riuniti” di Ancona, incaricato ad effettuare gli esami.
Se il test è negativo (assenza di sangue non visibile nelle feci) l’esito viene comunicato all’utente tramite lettera nella quale lo si avverte anche che verrà nuovamente invitato a sottoporsi all’esame dopo due anni. Se il test, invece, risulta positivo (presenza di sangue non visibile nelle feci) l’utente deve proseguire il percorso di screening iniziando la fase di approfondimento diagnostico attraverso la colonscopia.
Questo esame rende possibile l’osservazione delle pareti interne del colon-retto, si visualizza il polipo responsabile del sanguinamento e lo si asporta. In questo modo si rimuove la lesione che non ha ancora iniziato o ha appena iniziato la sua trasformazione in senso maligno.
Il cancro del colon-retto è una malattia molto frequente per incidenza e per mortalità. Si calcola che nelle Marche nel 2005 sono stati diagnosticati nuovi casi in circa 750 uomini e 500 donne. Terminata la fase sperimentale, prevista per il mese di giugno, il progetto sarà esteso su tutto il territorio regionale.
Con queste parole l’assessore regionale alla Sanità Almerino Mezzolani ha voluto presentare in conferenza stampa il “Progetto screening del tumore del colon-retto”. Prevenire l’insorgenza del cancro del colon-retto o diagnosticarlo precocemente è possibile poiché la sua comparsa è spesso preceduta dalla formazione di lesioni (protuberanze) benigne dell’intestino, di polipi o adenomi, che possono diventare maligni nel lungo periodo.
Il progetto, in via sperimentale per il modello organizzativo a rete posto in essere, si articola invitando circa 3700 soggetti, tra i 59 e i 69 anni, residenti nei Comuni di Fano, Fossombrone e Pergola, a sottoporsi allo screening. Ad ognuno viene inviata una lettera con l’indicazione di recarsi in una qualsiasi farmacia dei tre comuni marchigiani per ritirare l’apposito flaconcino per la raccolta del campione di feci. Il soggetto appena effettuato il prelievo a casa sua, porta entro due giorni il campione fecale presso i laboratori analisi ricadenti nella Zona Territoriale 3 di Fano. Questi hanno il compito di accettare i campioni, conservarli e garantire il loro trasporto periodico presso il laboratorio analisi degli “Ospedali Riuniti” di Ancona, incaricato ad effettuare gli esami.
Se il test è negativo (assenza di sangue non visibile nelle feci) l’esito viene comunicato all’utente tramite lettera nella quale lo si avverte anche che verrà nuovamente invitato a sottoporsi all’esame dopo due anni. Se il test, invece, risulta positivo (presenza di sangue non visibile nelle feci) l’utente deve proseguire il percorso di screening iniziando la fase di approfondimento diagnostico attraverso la colonscopia.
Questo esame rende possibile l’osservazione delle pareti interne del colon-retto, si visualizza il polipo responsabile del sanguinamento e lo si asporta. In questo modo si rimuove la lesione che non ha ancora iniziato o ha appena iniziato la sua trasformazione in senso maligno.
Il cancro del colon-retto è una malattia molto frequente per incidenza e per mortalità. Si calcola che nelle Marche nel 2005 sono stati diagnosticati nuovi casi in circa 750 uomini e 500 donne. Terminata la fase sperimentale, prevista per il mese di giugno, il progetto sarà esteso su tutto il territorio regionale.
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20/02/2007
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