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Economia - Internazionalizzare il distretto marchigiano

| MILANO - Quella dell’internazionalizzazione è una strada fondamentale da percorrere perché il distretto marchigiano possa continuare a crescere.

di Francesca Romana Rinaldi

Quella dell’internazionalizzazione è una strada fondamentale da percorrere perché il distretto marchigiano possa continuare a crescere.

A tal scopo sarà necessario un cocktail di diversi elementi: risorse interne alla Regione, fondi interni, nazionali e comunitari, con una partnership pubblico-privato.

Per “internazionalizzazione” intendiamo non solo una distensione della catena del valore in altri Paesi (soprattutto fase di vendita e produzione) ma anche l’innescarsi di un meccanismo di cooperazione tra piccole medie imprese. Tale cooperazione potrebbe generare un duplice vantaggio: per le imprese estere la possibilità di alimentare e specializzare il tessuto produttivo con un’assistenza tecnica che possa consentire nel lungo periodo di attirare nuovi capitali per investimenti; per le imprese marchigiane nuove opportunità di crescita competitiva verso tradizionali mercati di esportazione in una logica di “presenza stabile”.

Secondo un’indagine del Centro Studi di Confindustria Marche sull’andamento delle imprese nel terzo trimestre 2004, le vendite all’estero della Regione Marche sono cresciute del 4,4% e la variazione delle vendite in termini reali è risultata del +2% rispetto a luglio-settembre 2003 (il mercato interno ha invece perso l’1,1%): l’export marchigiano è quindi in ripresa e il trend di crescita è superiore a quello della altre regioni italiane e alla media nazionale.

Per poter sfruttare tutti i vantaggi che derivano dall’internazionalizzazione è essenziale che le imprese marchigiane raggiungano una dimensione e un’organizzazione idonee: bisogna quindi attivare quella che può essere definita una “cultura della crescita”.
Oggi la linea di tendenza mostra un’intensificazione dei rapporti del distretto con alcuni Paesi esteri, soprattutto quelli dell’Est, in particolare grazie ad alcune iniziative della Camera di Commercio di Pesaro ed Urbino in progetto per il 2005 (nel progetto di Assindustria figurano anche Usa, Marocco e Turchia).

Altra iniziativa è stata quella di Piceno Promozione, che ha da poco presentato 11 aziende calzaturiere della regione in Giappone (a Tokio) per la collezione primavera-estate 2005.

In realtà oggi l’internazionalizzazione del distretto non è solo nelle vendite ma anche nella fase produttiva: più della metà delle operazioni di taglio ed orlatura avvengono ad Est (la manodopera incide circa il 40% del prezzo finale della scarpa e diventa essenziale per essere competitivi cercare di ridurre al massimo tale componente di costo).

L’Istituzione Pubblica Regionale sta cercando di aiutare la promozione dell’internazionalizzazione delle aziende marchigiane: ad esempio nel 2005 apriranno due showroom a Shanghai e a Mosca, andando così ad incrementare la presenza dei produttori marchigiani in Cina e Russia (la Cina rappresenta per il distretto un nuovo mercato di sviluppo mentre il mercato russo già costituisce quasi l’11% del totale delle esportazioni del calzaturiero della regione).

Gli aiuti promozionali riguardano sia attività esclusivamente finalizzate all’esportazione (sono stati messi a disposizione dell’Assessorato 2 milioni di euro, pari al 70% del budget relativo ai programmi di comunicazione), sia l’apertura di showroom in sedi rilevanti da utilizzare come “vetrine internazionali” in Paesi europei e non (ad esempio Messico ed USA).

23/02/2005





        
  



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