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Cna, costituito il Comitato impresa donna

Fermo | Si è costituito ieri nella sede del Cna di Fermo il primo Comitato impresa donna; richiamare le banche alle loro responsabilità e sollecitare interventi istituzionali tra i primi obiettivi delle imprenditrici.

di Francesca Pasquali

Le imprenditrici del Comitato impresa donna

Si è costituito ieri nella sede provinciale del Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa (Cna) di Fermo il primo Comitato impresa donna. ‘Donne come asse dello sviluppo economico e sociale’ è il titolo del dibattito che si è sviluppato alla presenza del presidente provinciale del Cna Sandro Coltrinari, del direttore Orietta Baldelli e della responsabile del Cid Luciana Testatonda, a conclusione del quale sono state elette la presidente del Comitato (Rosanna Santarelli) e due vicepresidenti (Tiziana Malintoppi e Carla Marzoni).

Durante l’incontro, le imprenditrici hanno sottolineato la necessità di intervenire in modo deciso presso le banche per richiamare alle loro responsabilità gli istituti di credito locali, il cui comportamento non viene considerato coerente con le dichiarazioni fatte a livello nazionale e regionale dai direttori generali.

Da parte sua, il presidente Coltrinari si è riservato di approfondire con le singole realtà l’effettiva situazione per poter segnalare ai vertici regionali comportamenti inappropriati e inadeguati al sostegno dell’economia del territorio.

Impegnandosi a riunirsi periodicamente, il Comitato ha anche ribadito la volontà di sensibilizzare gli enti pubblici al fine di affidare le attività di servizio alle imprese del territorio.

“In tempi di gravi crisi economica come quella che stiamo attraversando – ha affermato Orietta Baldelli – i primi a risentirne in modo pesante sono i settori più deboli, l’occupazione femminile e giovanile quasi sempre occupati con contratti di precariato, e i primi stanziamenti che vengono cancellati sono quelli che sostengono l’imprenditoria femminile storicamente a corto di fondi. Tutto ciò in assoluto contrasto con gli obiettivi di Lisbona che prevedono l’occupazione femminile al 60%. E’ bene ricordare che nell’Europa a 25 (Stati ndr) l’Italia si colloca al penultimo posto”.

21/02/2009





        
  



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