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La maledizione de "L'ultima cena"

Ascoli Piceno | Considerazioni semiserie sulle gesta dolciamare dell'Ascoli Calcio

di Federica Poli

Da quando mio padre, pittore provetto (eccellente copista, anche a scuola con i compiti in classe) ha cominciato a dipingere "l’Ultima cena" di Leonardo Da Vinci me ne sono accadute di tutti i colori. Nell’ordine:

  • spezzata unghia dell’indice con obbligo di tagliarle tutte per antiestetico dislivello;

  • macchina trovata ammaccata nel fascione posteriore con spese presunte di riparazione pari a 450 Euro (sta bene così che è bella lo stesso);

  • perdita orecchino d’oro regalo del 32mo fidanzato dei tempi delle elementari;

  • leggero abbassamento di pressione che ha causato svenimento ma…non preoccupatevi non sono incinta;

  • il pc ha beccato un virus;

  • resto nella lista nera di alcuni membri dell’Ascoli calcio (ma questo non è proprio un dolore così grande…molti nemici, molto onore);

  • ho comprato le scarpe nuove e ancor a non riesco ad indossarle perchè fa troppo freddo;

  • la lavanderia ci mette tre giorni a restituirmi il cappotto preferito;

  • il brillantino sul dente dà segni di cedimento

ma io non ci credo che sia proprio questo quadro a portare…poca fortuna (diciamo così).

Oggi gioca l’Ascoli con il Catania e mi preparo ad assistere alla riVINCIta dei bianconeri. Dopo il pareggio squallidino di Treviso ci vorrebbe una bella vittoria casalinga.

Parcheggio la mia autovettura ed interrogo l’anziano genitore, che ormai conoscete tutti, "Pà che dici, lo porto l’ombrello ?" risposta sarcastica e stizzita (rapporto conflittuale in questo periodo) "A Federì non essere ridicola, non pioverà eppoi Riccardo (parente) porterà l’ombrello e, siccome io ho il cappuccio, sicuramente, si offrirà di ripararti ". Mi fido della saggezza del capello brizzolato e, mi incammino verso l’ambìta meta. Allo Stadio sono pronta a gustarmi la partita e mio zio depone il suo sederino proprio affianco a me "Ecco è finita ora dovrò fare la cronaca minuziosa sui giocatori perché non vede a un palmo, figuriamoci i numerini o addirittura i nomi scritti dietro le maglie". Deputata ad essere il bruno pizzul nostrano guardo con rassegnazione questa partita.

Tra un "Fede ma chi è sto Sassarini?" "Ma Biso che fine ha fatto?" "Senti ma Belingheri è centrocampista o difensore?" il cervello è in fusione. D’improvviso ecco un lampo nel cuore, nell’anima ma, soprattutto, delizia degli occhi: Centovetrine Corallo svetta di testa in area e zac tira addosso a Pantanelli che respinge addosso a bianco che vede nero e la palla carambola in rete. Uno a zero. Wow, finalmente gira bene! Colpo di fortuna e "L’ultima cena" vada a farsi friggere( visto che siamo in tema mangiareccio) ! Secondo tempo siamo belli, forti e baldanzosi (mica tanto) e non ci fa paura neppure… ne/odo Sonetti perché i sonetti noi li recitiamo… due terzine e due quartine le mettiamo subito in rima o meglio in riga!

Indovinate ora cosa succede? Comincia a piovigginare. Di scatto mi giro verso Riccardo con l’ombrello e …volete sapere chi vedo affianco al parente gentile, coperto dall’oggetto antipioggia e sorridente e asciuttissimo? Sì, avete capito bene, li mio paparino, proprio quello che aveva il cappuccio!

Sotto l’acqua, con zio che mi fa l’interrogatorio e un diavolo per capello mi godo il picchio che vince. Ma, come un fulmine a ciel sereno (oddio proprio serenissimo non è), il gol del Catania con Jeda che trasforma un rigore, solo perché l’arbitro non ha gradito le smancerie di Cudini a Serafini. Eddai sono amici, era solo una pacca sulle spalle. E perché, al danno deve sempre associarsi la beffa all’ultimo minuto o, giù di lì, il gol della vittoria di Serafini.

Sono furiosa, prenderei l’ombrello di Riccardo e me lo metterei sotto i piedi e mi balza in testa un pensiero martellante.

Corro a casa mi fiondo nello studio di mio padre e…"L’ultima cena" campeggia bellissimo sul cavalletto. Io, però, ho capito come scongiurare questa "poca fortuna" che ci perseguita da un po’. Prendo la tela, la guardo bene, ne ammiro le fattezze, ricordo tutte le nefandezze, ultima in ordine di tempo la sconfitta di oggi. Con forza e senza pensare, accecata dalla rabbia, la lancio giù dalla finestra. Sento un tonfo metallico, con timore e le gambe tremanti mi affaccio e, indovinate dove è andata a cadere?

Eh sì, proprio lì, sul cofano della mia bellissima C3!

23/02/2005





        
  



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