Abitanti Via Carducci:"Non ci resta che l'esposto"
San Benedetto del Tronto | Troppe le richieste disattese per interventi di ordinaria manutenzione.
di Carmine Rozzi
I cittadini che risiedono all’imbocco di via Carducci attendono ancora una risposta da parte del Comune ai numerosi appelli fatti per far presente lo stato di abbandono della strada. Non richiedono ambiziose e costose riqualificazioni ma semplicemente un po’ di ordinaria manutenzione. Le loro istanze sono le stesse di tanti altri residenti e fanno parte di quel 70% di casi dove si richiede la presenza pubblica per piccoli interventi che hanno a che fare con un lampione rotto, un tombino malandato, un pezzo di strada dissestata, un marciapiede da rifare.
In altri termini, in attesa dei piani regolatori, degli assestamenti di traffico generale, dei grandi progetti urbani il cittadino, tanto per fare un esempio, vorrebbe scendere dalla macchina senza il rischio di slegarsi una caviglia poggiando il piede su di un pezzo di marciapiede scosceso così come è successo recentemente ad un signore in Via Roma. Oppure, come nel caso in questione di non essere costretto a passare in mezzo alla strada a tre metri dall'incrocio con la SS16, per colpa di tre grandi raccoglitori dei rifiuti posizionati sul marciapiede, con il rischio di essere travolti da un automezzo che imbocchi la strada. Via Carducci è una delle parallele della SS16 che si trova nella parte nord della città.
Come tante altre arterie cittadine quali via San Martino, via Vittorio Alfieri, via Vittorio Veneto ed altre vivono alla giornata costrette a contentarsi dei resti offerti dalla manutenzione pubblica dopo che questa ha esaurito il top degli interventi riservati in genere alle zone del centro urbano. Così succede che in alcuni tratti di Via Carducci il marciapiede è ancora quello del dopoguerra. E i nuovi rifacimenti, a macchia di leopardo sia dal lato sud che da quello nord, sono tutt'ora realizzati da imprese private che, ristrutturando un immobile, rifanno anche il tratto pedonale. Esattamente com'è successo dal numero 1 al numero 7.
Ma di questo stato di cose gli abitanti si dicono stufi ed amareggiati. Hanno fatto richieste ed appelli, si sono rivolti ai media usando toni blandi e decisi. Ma fino ad ora non hanno ottenuto nulla. Persino la doppia tornata del Bilancio Partecipato ha ignorato loro e la strada. Tuttavia, rifare un marciapiede, non è un obbligo che spetta al costruttore ma al Comune. Nessuna risposta se si ha intenzione o meno di rifare il marciapiede che con il tempo si è talmente consumato da raggiungere il livello della strada con il risultato che gli automezzi non hanno difficoltà a parcheggiare molto più in là di quanto loro concesso tanto da impedire il passaggio ai residenti.
Così come sembra essere cadute nel vuoto le richieste affinché si provi a risolvere il problema della penuria di tombini. Difatti, dall’imbocco della SS16, si deve arrivare fino al numero civico 29, circa otto blocchi abitativi, prima di trovare una piccola caditoia per la raccolta delle acque piovane. Fino ad oggi è rimasto anche completamente ignorato il problema costituito dalla segnaletica che in certi tratti è solo un pallido ricordo. I signori Alessandro Fanini, Piergiorgio Trailo, Miriam Blasini, Angela Baffoni, Anita South si dicono pronti ad una raccolta di firme.
“A questo punto non resta che la linea dura – affermano in coro- dato che il servizio pubblico si è dimostrato completamente sordo a qualsiasi forma di civile protesta”. La signora Antonella Caruso si dice amareggiata ed infuriata anche per un altro motivo :”Hanno iniziato i lavori in piazza San Giovanni Battisista sottolinea decisa – e questo mi sta anche bene. Ma perché non fare anche le opere minori specie se richieste a gran voce dai contribuenti ? Forse perché le opere di mantenimento non so9no prospettive di visibilità come le cosiddette grandi opere? “.
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14/03/2007
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