Con 2.135 imprese che operano nel settore finanziario in tutta la regione, l’Abruzzo si posiziona al tredicesimo posto nella graduatoria nazionale con un’incidenza pari al 2,1%. Nel confronto con le regioni confinanti, in particolare l’Abruzzo è in vantaggio rispetto al Molise che ne conta soltanto 478, ma è in coda rispetto al Lazio (9.931) e alle Marche (2.981). La maggior parte di queste si occupa di attività ausiliarie e di intermediazione finanziaria (1962), altre di intermediazione monetaria e finanziaria (109) e assicurazioni e fondi pensione (64). Disaggregando il dato a livello provinciale si evince che è Chieti, con 633 imprese finanziarie, ad occupare il primo posto nella regione Abruzzo e il 51° nella graduatoria nazionale per numero di aziende del comparto, seguita da Pescara al 56° con 609 imprese, Teramo al 72° con 447 e L’Aquila con 73.

In particolare, a rientrare nelle prime dieci province italiane, è Teramo che, con le sue 27 imprese di assicurazioni e fondi pensione occupa la nona posizione tra le 103 province italiane. Questo, in sintesi, quanto emerge da un’indagine della Camera di Commercio di Milano, i cui dati per l’Abruzzo sono stati elaborati dall’agenzia giornalistica Dalla A alla V. Le attività finanziarie, lo ricordiamo, servono a sostenere e favorire la trasformazione del tessuto produttivo locale, spesso rappresentando anche un motore autonomo di sviluppo e crescita per il territorio.

Sul piano del sostegno alle imprese, le strutture finanziarie private possono contribuire a colmare i gap strutturali, in particolare rispetto al raccordo fra domanda e offerta, identificati e fatti emergere dal decisore pubblico nella sua importante funzione di analisi e stimolo: un’attività come questa potrebbe efficacemente contribuire a delineare una strategia finanziaria a supporto del territorio con carattere organico e sistemico, capace di presidiare l’intero ciclo di vita di aziende e istituzioni.