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Teramani denunciati dalla Mattel per uso di Barbie e Ken in atti osceni in luogo pubblico?

| TERAMO - Una saggia riflessione…Chiudere o non? L’alternativa c’è: girare la testa altrove e scegliersi la ragazza giusta con cui uscire la sera.

di Nicola Facciolini

Il volantino incriminato con Barbie e Kant


I teramani arrossiscono e gli avvocati gongolano. Non siamo in Iran, il reato morale in Italia non esiste né tanto meno esiste la fustigazione in pubblica piazza per la pubblicazione di un depliant forse un po’ troppo “spinto” oltre il margine estremo della decenza.

Ci sono pur sempre i “minori” under 14. Ma una pubblicità che probabilmente voleva solo shoccare o forse strappare un sorriso e magari strizzare l'occhio ai giovani più maliziosi, con il messaggio preciso del divertimento facile, rischia di portare sulle aule dei tribunali statunitensi l’impresa Ultraviolet e la Città di Teramo. Una nota discoteca di Teramo ha fatto stampare alcuni volantini pubblicitari (che abbiamo deciso di non pubblicare) su cui sono ritratti due bambole, gli "innocenti" Barbie e il fidanzatino Ken mentre simulano un rapporto orale. La posizione dei due amanti è inequivocabile e l'Associazione Teramo Vivi città è insorta e ha presentato una denuncia alla polizia e ai carabinieri.

«La nostra associazione - spiega Marcello Olivieri - esprime vero e proprio disgusto nel vedere in giro per Teramo, nei bar, nelle pizzerie, il volantino di Barbie e Ken». Il piccolo manifesto reclamizza una serata (di sabato 17 marzo 2007) in discoteca ma non tutti hanno apprezzato. «E’ una vergognosa forma di pubblicità - continua l'Associazione - sia per il cattivo gusto sia perché questi volantini possono essere presi ovunque anche da ragazzi e ragazze minorenni».

L'Associazione ha così interessato la Polizia, la Digos e i Carabinieri di Teramo sporgendo denuncia e ha chiesto al sindaco di Teramo Gianni Chiodi, a tutela dei minorenni, «di intervenire, con una ordinanza di chiusura nei confronti della discoteca per la serata reclamizzata nel volantino». Teramo Vivi Città ha inoltre richiesto all'assessore al commercio Giorgio D'Ignazio «di rivedere la posizione della licenza del locale. Chiediamo che venga presa una linea dura con tolleranza zero nei confronti di certi rivoltanti episodi».

L'associazione ha inoltre incaricato un legale «per valutare la possibilità di intraprendere una propria azione legale nei confronti dell'autore di questa pubblicità, perché lede l'immagine e il decoro della città e dei cittadini». La locandina pare sia stata diffusa in moltissimi esercizi pubblici. Detto questo: una discoteca non “hard”, non “night club”, non “club privè”, dovrebbe astenersi da simili iniziative pubblicitarie. Quel “flyer” rispecchia in pieno il degrado di questi tempi.

Degrado che nelle discoteche dilaga ma che sinceramente non ci saremmo aspettati a Teramo dove l’impressione che se ne ricava è che in città non c'è spazio per idee e sentimenti ma solo per bassi istinti e trasgressione. A tal punto che un noto giornalista locale, nutrendo seri dubbi sulla volgarità del manifesto, avrebbe consigliato ai genitori di bambini precoci (perché gli altri, più santi, vedrebbero ben altro nella scena!) una veloce lezione di biologia! Non si sa mai…

Tuttavia, è alquanto esagerato, a causa di un flyer pubblicitario che gioca con le immagini, pretendere addirittura la chiusura di un locale che offre lavoro a tanti giovani. Allora, sulla base dei manifesti dei vari locali “hard” della provincia che ritraggono donne succinte, servite in ogni angolo di strada, via e piazza, cosa bisognerebbe fare? Ritirare le licenze? L’alternativa c’è: girare la testa altrove e scegliersi la ragazza giusta con cui uscire la sera.

17/03/2007





        
  



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