Oggi nel mondo più di un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile, e tale cifra è destinata ad aumentare. D’altro lato, il “nord” del mondo usa in modo spesso scriteriato questa risorsa; i grandi sprechi nel settore agricolo e industriale, il mancato adeguamento delle infrastrutture, politiche di gestione miopi, la corruzione, sono alcune delle cause che creano allarme intorno all’acqua.

L’ ”oro blu” del nuovo millennio attira pertanto l’attenzione del mercato, che tende a far diventare questo “bene comune dell’umanità” una merce come le altre.

L’aspetto più appariscente della “mercificazione planetaria” di questo bene comune è rappresentato dal “business” delle acque minerali. Una martellante pubblicità in onda sui media in Italia e nel Mondo cerca di convincere i 6 miliardi di cittadini a bere solo “acqua in bottiglia”; la conseguenza sarà che si imbottiglierà l’acqua degli acquedotti delle città.

Nel 2002 solo in Italia sono stati prodotti 7 miliardi di litri di acqua minerale, ma quel che è più grave è che oltre l’80 per cento è imbottigliato in contenitori di plastica, con tutto quello che ne consegue in termini di inquinamento, sia per la produzione che nello smaltimento.

In occasione della giornata mondiale per l’acqua vogliamo offrire una occasione agli studenti delle scuole superiori della provincia di Ascoli Piceno per riflettere su questi temi, ed in particolare sul consumo di acqua minerale.

Nelle scuole sono collocati distributori di acqua minerale, e gli studenti ormai sono disabituati a bere acqua dell’acquedotto che arriva nelle nostre case. Riteniamo importante, invece, informarli che l’acqua del rubinetto è potabile e che si può contribuire a diminuire l’inquinamento anche evitando di consumare acqua minerale.

Abbiamo quindi chiesto ai Dirigenti Scolastici ed ai Presidenti dei Consigli di Istituto l’autorizzazione a prelevare un campione dell’acqua che arriva a scuola, per farla esaminare dall’ARPAM.

I risultati delle analisi aiuteranno tutti a fare una seria riflessione sull’acqua che arriva dei nostri rubinetti, anche alla luce del DL 31 del  2001, entrato in vigore nel dicembre 2003, che impone precise garanzie sull’acqua destinata al consumo umano.