"Viva la pace!";
"Abbasso la guerra!".

Questi sono gli slogan che maggiormente sentiamo ripetere soprattutto da coloro che sfilano per le piazze più importanti d'Italia e di tutto il mondo a sostegno di un mondo pacifico, caratterizzato da solidarietà e fraternità.
Elementi che peraltro sembrano essere prospettati e teorizzati ma non messi in pratica durante questi cortei che spesso,più che portare pace , sembrano portare scompiglio, inciviltà e disordini!
Allora il quesito sembra giungere in modo naturale e logico:

perché il mondo dovrebbe fermare questa guerra se nemmeno coloro che sostengono la pace sono in grado di metterla in pratica e farne uno stile di vita?
A tal proposito abbiamo ascoltato i pareri discordanti  di due giovani riguardo questo scottante tema.
"Anch'io sono a favore della pace -afferma Mauro C. - ma di una pace costruttiva, intesa come strumento di comunicazione e di solidarietà e non come mezzo utilizzato per creare ulteriori disordini o peggio ancora come strumento politico.La pace dovrebbe essere qualcosa che unisce e non che divide!Dovremmo probabilmente incominciare ad applicarla fra di noi,nel nostro piccolo".
Di parere diverso sembra essere il pacifista Stefano C.
"Nel momento in cui sfiliamo per la pace scendiamo in piazza con un unico intento cioè quello di far cessare la guerra in tutto il mondo. Riguardo alla domanda fatta io ritengo che non bisogna generalizzare;non tutti i pacifisti creano disordini e noi stessi ci dissociamo da coloro che usano le nostre manifestazioni non per trasmettere fraternità e solidarietà ma soltanto per mostrare la loro aggressività. Creare disordini non è assolutamente il modo giusto per far valere i propri ideali!"