Cerca
Notizie locali
Rubriche
Servizi

Tentativi di un Poeta di Provincia

| Intervista allo scrittore sangiorgiese Alberto Teodori .

di Konéro

E' uscita da poco per i tipi di DIALOGO libri la plaquette Tentativo di Alberto Teodori: classe 1957, Teodori è uno scrittore poco conosciuto, destino di molti in questo paese di marinai, avventurieri e poeti dai cassetti pieni di testi lasciati lì in attesa di tempi migliori. Eppure Teodori ha pubblicato tanto in questi anni, scegliendo uno stampatore-editore di sicura maestria artigianale come Fioroni di Casette d'Ete. Alcuni titoli, tanto per segnalare un poeta poco noto: Per non apparire (1993) a cura di Giampiero Neri, Castelli di Carta (1994) con una nota del grande Sergio Quinzio, poi, del 1996, Sogni di una nuvola e Un impiegato di provincia. Del 2000 è Pensieri di una giovane luna l'anno dopo Ad Elisa. Bisogna leggerlo, ma anche incontrarlo ed ascoltarne i silenzi per capirne la profonda umanità e quel sentimento fanciullesco che spesso troviamo nei poeti più sensibili. Tutto in Teodori appare fiabesco, addirittura al limite dell'esperienza soprasensibile. Lo vogliamo segnalare ai lettori de IlQuotidiano.it quasi in forma di colloquiale provocazione.

Alberto, tu hai iniziato a scrivere da adolescente, un po' come tanti altri poeti. Cosa ti spingeva a farlo e quali motivazioni trovi oggi?
Nel 1976 ho avuto una crisi profonda, e trovavo nella scrittura una forma di apertura verso nuovi spazi incontaminati dal pensiero. Tutto mi appariva liberatorio, tanta era la necessità di raggiungere nuovi orizzonti. Ancora oggi trovo che questo sia il motivo del mio operare. Collocare in un volume un archivio personale anche per quanti che avranno il piacere di ritrovarsi in quelle pagine.

Insisto sulle motivazioni. Oggi il mercato editoriale è saturo di libri, autori, proposte anche multimediali. Vale la pena spendere tempo per scrivere e pubblicare un libro che difficilmente raggiungerà il grande pubblico? Valgono anche in questo caso i versi che suonano "Posso osare? Turberò l'universo?" dei tuoi Castelli di Carta ?
Rispondendo istintivamente viene voglia di dire che non vale la pena, spendere soldi,  fatica e tempo per pubblicare un libro. Io sono un sognatore e allora, come rinunciare a mettere un messaggio in una bottiglia, e lanciarla per l'adriatico mare, sperando che un naufrago, un domani lontano, possa aprirla, e leggere, magari una riga, di tutto quello che ho scritto?

Per concludere. Quali le difficoltà che incontri nel farti conoscere e nel pubblicare le tue opere?
Le difficoltà sono enormi perché, come dicevi prima, il mercato editoriale è saturo, e molti trovano nella televisione un veicolo vincente per farsi pubblicità, anche ad ogni costo. Vale la pena? Io ho scritto "Per non apparire", ma tenere fede a questo titolo è difficile, anche perché pubblicare significa apparire, ma non è importante farsi conoscere. Trovo che sia importante pubblicare, se il lavoro letterario è abbastanza buono.

I tuoi testi sono francamente al limite della "normalità". Sembra di sentir parlare a volte un bambino, a volte un profeta ispirato. I toni sono a volte semplici a tratti altisonanti (tu sei un estimatore ed un declamatore di Dante tra l'altro). Per chi scrivi? Rispondi a tua stretta necessità o sei alla ricerca di un ascoltatore? Il tuo è uno sfogo o una ricerca di comunicazione profonda con l'altro?
Scrivo per chi ha difficoltà a stendere su carta tutte le sensazioni che prova nel vedere, per esempio, un bellissimo tramonto, o non trova le parole per esprimerle. Il poeta è, bene o male, un rappresentante degli altri. Lavora per gli altri. Un portatore di parole, un artista della parola.

31/03/2003





        
  



1+1=

Altri articoli di...

ilq

Quando il giornalismo diventa ClickBaiting

Quanto è sottile la linea che divide informazione e disinformazione?

Kevin Gjergji