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Fiera Regionale dell’Agricoltura di Teramo. L’universo agroalimentare a confronto.

Teramo | Dal 28 al 30 marzo 2008 la XX Fiera di San Giuseppe, oltre 100 gli espositori nell’area fieristica Villeroy&Boch del quartiere Gammarana su circa 12.000 metri quadrati. Verrà anche ricostruito uno spazio denominato “ La Fattoria”, di oltre 1.200 mq.

di Nicola Facciolini

XX Fiera dell'Agricoltura a Teramo (28-30 Marzo 2008)

Fiera di mostrarsi, grande successo di pubblico a Teramo per la Fiera dell'Agricoltura, a valenza regionale, giunta alla XX edizione. Tradizionalmente nota come Fiera di San Giuseppe, si svolge da venerdì 28 a domenica 30 marzo 2008. La location è la stessa degli ultimi anni, l'area della ex Villeroy nel quartiere Gammarana di circa 12.000 metri quadrati (di cui 3.000 al coperto).

Seconda Fiera regionale per importanza, vi partecipano più di 100 espositori dei settori florovivaistico, agroalimentare, delle attrezzature e macchine agricole, dei prodotti per l'agricoltura, della ristorazione per prodotti tipici. La Fiera 2007 ha rivolto molta attenzione al rapporto tra agricoltura e tecnologia e anche quest'anno saranno questi i punti di forza dell'evento.

Nella passata edizione ampio il settore dedicato all'utilizzo di energia alternativa (pannelli solari, fotovoltaico); in questa ottica sono state presentate le produzioni degli studenti dell'Istituto professionale di Stato per l'Agricoltura e l'Ambiente di Teramo: le colture fuori suolo (pomodori coltivati su crusca e pula di frumento non fermentati, l'uva in vasi di agriperlite e pomice, le fragole in tubi di Pvc sovvrapposti), lo strumento che può dirci se la pera è matura semplicemente appoggiandolo sulla buccia, il pomodorino "zerbino", a fasce rosse e nere, succhi d'uva frizzanti, la nuova "Pera Angelys" oppure "diavolerie" di un futuro nemmeno tanto lontano come i "prati in zolle" o "i tetti verdi", ovvero erba da utilizzare per ricoprire i tetti della case a scopo energetico.

Il settore agroalimentare, oltre a poter contare sulla presenza di produttori di formaggi, salumi, olio e vino di primissima qualità, darà grande spazio alle degustazioni e alla ristorazione a base di piatti tipici come gli arrosticini, la pasta con la ventricina alla teramana, la pecora a la callara. L'attrazione più importante è stata senza dubbio la Fattoria degli animali, quest'anno più che raddoppiata nella superficie di estensione e nel numero dei capi.

Oltre agli asini, ai buoi, ai cavalli, i visitatori hanno trovato, per quanto riguarda il settore dei grossi ruminanti, anche degli esemplari di bufali da latte: una delle novità di questa edizione 2007 della Fiera è stata infatti la mozzarella di latte di bufala, la cui produzione è stata mostrata dal vivo. Le dimostrazioni presso gli stand di attività artigianali caratterizzerà la presenza della Camera di commercio, nel cui stand sarà possibile assistere a procedure artigianali nel settore agroalimentare.

Tra le iniziative per l'intrattenimento dei visitatori e soprattutto dei più piccoli, il carosello dei pony, la ricostruzione della trebbiatura in campagna e lo "Show del boscaiolo", in cui spericolati boscaioli hanno dato prova di abilità imbracciando pericolose motoseghe. Molto interessanti anche i convegni a tema che si sono svolti nel corso della tre giorni.

Quest'anno Teramo ha visto una settimana successiva alla Pasqua ricchissima di eventi: il 27 marzo, l'inaugurazione in notturna del nuovo stadio comunale di Piano D'Accio, il giorno seguente, l'attesa e partecipata Fiera. Vi partecipano oltre 100 espositori nei settori della produzione olivo-vitivinicola, casearia, salumiera e del pane, dell'attrezzistica, del giardinaggio e della florivivaistica, delle macchine agricole e del bestiame.

E' stato anche ricostruito uno spazio denominato " La Fattoria", di oltre 1.200 metri quadrati, con bestiame, animali da cortile e da allevamento e le ricostruzioni fedeli di un'aia di campagna e della trebbiatura. Dimostrazioni dal vivo, attività didattiche, musica e l'area gastronomica, completano l'offerta della Fiera agricola teramana. Nell'area fieristica "Villeroy e Boch" di Teramo, complice la prima vera giornata primaverile, i cento espositori sono presi d'assalto, fin dalle prime ore della mattinata, da migliaia di visitatori.

Ed è curioso vedere quali siano le tipologie diverse di visitatori della Fiera. Ci sono alcuni esperti, le scolaresche, gli intenditori, i dottori, i professori, che vanno in Fiera per seguire il convegno specifico sulla lavorazione del miele o per conoscere le nuove frontiere delle biocoltivazioni. Ci sono le donne e gli uomini della campagna (riconoscibili dal fatto che, ordinati, seri e precisi, arrivano prestissimo, la mattina del sabato e della domenica e aspettano pazientemente l'apertura degli stand) interessati ai macchinari di nuova generazione per la lavorazione della terra, a camini e stufe alimentabili con combustibili nuovi e a qualche leccornia preferibilmente di fuori regione.

Le donne e gli uomini della "contea", in realtà, vengono alla Fiera anche per un altro motivo, che forse è il più importante. Li muove l'aspetto culturale, la consuetudine, la tradizione che i cittadini sembrano aver perduto per sempre. Alla Fiera dell'Agricoltura ci si va anche "per rispetto", per dovere, per cercare e trovare la fidanzata. Si alla Fiera di Teramo perché la città invita a una manifestazione regionale del tutto dedicata al nostro mondo e, dunque, all'invito si deve rispondere.

E certamente il fatto che il mondo sia cambiato e che la globalizzazione abbia reso "evento" anche l'Agricoltura, nulla toglie ai coltivatori che perseguono il proprio obiettivo e basta. Lo sanno, lo sentono di essere gli ospiti più importanti, gli invitati di diritto, e valutano e apprezzano tutto ciò che riguarda il loro mondo, compreso l'allegro Gruppo Folk giovanile che per tutta la giornata suona e balla in giro per la Fiera. Anche questa è tradizione loro.

Le tipologie la fanno da padrone perché è evidente che decine di migliaia di persone che affollano la Fiera sono un segno di speranza in un fututo migliore. Le famiglie trovano che la Fiera sia una sorta di variegato parco dei divertimenti, dove i bambini si divertono con gli animali, dove la porchetta è sempre calda, il ristorante ben rifornito, le degustazioni sono di qualità e i fiori, con decine di espositori, fanno impazzire per la loro bellezza. E che tu abbia un giardino o due metri quadri di balcone, una piantina in Fiera la comperi sempre.

C'è chi viene in Fiera come va al mercato del sabato: per curiosità, per passatempo, per il piacere di incontrare qualcuno (ed in Fiera si incontrano proprio tutti) con cui fare quattro passi al sole, tra le mucche, i piccoli cinghiali, le papere, gli agnellini e le dimostrazioni della "cagliata", conversando magari di sport e sorseggiando un caffè. Quel che è certo è che nei tre giorni della Fiera di Teramo un "salto" alla Gammarana lo fanno tutti. E poco importa se c'è traffico, se in Fiera il cartello del "percorso consigliato" invita il cittadino all'utilizzo dei bagni chimici (a proposito, in città che fine hanno fatto?) e se c'è da camminare e se i profumi, i colori, i suoni ci stordiscono magnificamente.

E' la Fiera, un antidepressivo naturale per i nostri tempi, come consiglia il grande "Nduccio. Insomma, alla Fiera di Teramo ci si deve andare. Anche per risparmiare sul costo dell'energia elettrica e della produzione di calore: le nuove ingegnose "diavolerie" in fatto di pannelli termici e fotovoltaici, di caminetti avveniristici a ciclo combinato, sono qui a dimostrarlo.

29/03/2008





        
  



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