Affittopoli sbarca a Teramo
| TERAMO - Frode allUnione Europea: in carcere tre italiani. Nell'inchiesta belga coinvolto anche un teramano di San Nicolò. Scattano le prime manette.
di Adamo Campanelli
Nicola Facciolini
Affittopoli sbarca a Teramo. Sarebbe coinvolto anche un imprenditore di San Nicolò a Tordino (frazione del comune di Teramo) nell'inchiesta della polizia federale belga sulla frode alla Ue. Sono finora tre gli italiani agli arresti nel castello-fortezza Forest di Bruxelles.
Un funzionario della Commissione europea, responsabile del bilancio e delle gare d'appalto legate alle delegazioni all'estero; l'assistente parlamentare di un eurodeputato e un imprenditore sono accusati di corruzione, truffa, associazione a delinquere e falso. In Italia i carabinieri hanno operato su delega dell'autorità giudiziaria di Potenza in esecuzione di una rogatoria internazionale richiesta dal Belgio, a seguito della quale la sezione di polizia giudiziaria - carabinieri presso la procura della repubblica del Tribunale di Potenza ha eseguito le perquisizioni. Il vaso di pandora scoperchiato dalla procura belga, dopo tre anni di indagini partite da una denuncia dell'Olaf (Ufficio europeo anti-frode) e depositata il 30 giugno 2004, ha fatto emergere elementi utili all’inchiesta: irregolarità che sarebbero andate avanti per più di dieci anni, legate soprattutto al reperimento di sedi della Commissione all'estero, per installare meccanismi di sicurezza negli stessi palazzi. In particolare, gli edifici all'attenzione delle indagini sarebbero quelli di New Delhi e Tirana.
Nella capitale albanese il palazzo che ospita la sede della Commissione, ad esempio, è in periferia ed è di proprietà di una società che ha tra i proprietari un imprenditore residente a Ruoti di Potenza. L'affitto pagato per quell'edificio, secondo quanto si è appreso, è stimato fra 40 e 50 mila euro al mese, molto più di quanto probabilmente si sarebbe speso per una sede altrettanto prestigiosa nel centro cittadino.
"L'inchiesta ha permesso di appurare che, forse, si è cercato di aggirare il mercato pubblico, nel senso che alcune aziende hanno approfittato di certi atti irregolari per affittare alla Commissione immobili destinati a delegazioni all'estero, fuori dall'Ue e per contratti di consegna di materiale destinato a mettere in sicurezza i palazzi stessi" - ha riferito Jos Colpin, portavoce della procura belga. "Non sappiamo calcolare - ha aggiunto il portavoce - il pregiudizio per le aziende che non hanno potuto partecipare alle gare d'appalto, ma sulla base dei contratti che abbiamo già analizzato, siamo di fronte a decine di milioni e questo porta a pensare a tangenti per milioni di euro". Secondo quanto emerso, l'indagine sarebbe partita dalla denuncia di un imprenditore finlandese al quale sarebbe stata chiesta una "tangente" di circa 600 mila euro per potersi aggiudicare l'appalto della sede Ue di Nuova Delhi.
L'imprenditore, di fronte ad alcune difficoltà, avrebbe poi deciso di rivolgersi all'Olaf, sembra anche di fronte a richieste di denaro ritenute “troppo pressanti”. Il caso trasferito per competenza alla procura belga dall'Olaf tre anni fa, nel periodo in cui la Commissione era guidata da Romano Prodi, è stato seguito dal giudice istruttore Berta Bernardo-Mendenz, con il sostituto procuratore Pascale France, in collaborazione con la procura di Potenza. Il lavoro di indagine ha condotto ad un gran numero di perquisizioni in Italia e in Belgio, ma anche in Francia e in Lussemburgo.
Oltre che nella città lucana, i carabinieri hanno eseguito accertamenti a Matera, appunto a San Nicolò a Tordino (Teramo), L'Aquila, Frosinone e Roma, mentre in Belgio, contemporaneamente, venivano passati al setaccio uffici della Commissione europea e del Parlamento, abitazioni, sedi di imprese e di istituti di credito. Infine, nella notte gli arresti avvenuti nelle rispettive abitazioni dei tre italiani, a Bruxelles e nelle vicinanze.
Gli arrestati avrebbero riferito ulteriori particolari ritenuti utili all'indagine: il mandato d'arresto conta "più di dieci pagine", ha fatto notare Colpin. Gli arrestati compariranno venerdì 30 marzo davanti ai giudici della Camera di Consiglio che dovranno decidere se prolungare la custodia cautelare. Prima di quella data, il portavoce della procura, seguendo una procedura consolidata in Belgio, ai giornalisti ha solo confermato indirettamente il nome degli inquisiti, limitandosi a dire:"non posso contraddirvi" quando alcuni cronisti italiani hanno pronunciato le generalità dei tre. Uno dei tre finiti in cella, Sergio Tricarico, 39 anni ricopriva l'incarico di assistente parlamentare dell'eurodeputato Gianni Rivera.
L'ex atleta, appresa la notizia dell'arresto ha commentato: "non mi sono mai accorto di nulla. L'ho assunto perché me lo aveva consigliato Franco Marini". Italiani in manette a Bruxelles per un presunto giro di Tangenti. A finire in carcere sono Giancarlo Ciotti, 46 anni, funzionario della Commissione europea, responsabile del bilancio e delle gare d'appalto legate alle delegazioni all'estero; Sergio Tricarico, 39 anni, assistente parlamentare dell'eurodeputato Gianni Rivera e l'imprenditore Angelo Troiano, 60 anni.
Tutti e tre si trovano nel carcere-castello di Forest e dovranno rispondere di corruzione, truffa, associazione a delinquere e falso e rischiano fino a cinque anni di carcere visto che sono incensurati. Viste le accuse emerse a loro carico, gli italiani rischiano cinque anni di carcere, considerato che sono incensurati. La procura, sebbene sia parca di dettagli, non esclude che l'inchiesta tuttora in corso possa condurre a ulteriori sviluppi e coinvolgere altre persone, ma al momento vengono smentite decisamente implicazioni di europarlamentari.
Affittopoli sbarca a Teramo. Sarebbe coinvolto anche un imprenditore di San Nicolò a Tordino (frazione del comune di Teramo) nell'inchiesta della polizia federale belga sulla frode alla Ue. Sono finora tre gli italiani agli arresti nel castello-fortezza Forest di Bruxelles.
Un funzionario della Commissione europea, responsabile del bilancio e delle gare d'appalto legate alle delegazioni all'estero; l'assistente parlamentare di un eurodeputato e un imprenditore sono accusati di corruzione, truffa, associazione a delinquere e falso. In Italia i carabinieri hanno operato su delega dell'autorità giudiziaria di Potenza in esecuzione di una rogatoria internazionale richiesta dal Belgio, a seguito della quale la sezione di polizia giudiziaria - carabinieri presso la procura della repubblica del Tribunale di Potenza ha eseguito le perquisizioni. Il vaso di pandora scoperchiato dalla procura belga, dopo tre anni di indagini partite da una denuncia dell'Olaf (Ufficio europeo anti-frode) e depositata il 30 giugno 2004, ha fatto emergere elementi utili all’inchiesta: irregolarità che sarebbero andate avanti per più di dieci anni, legate soprattutto al reperimento di sedi della Commissione all'estero, per installare meccanismi di sicurezza negli stessi palazzi. In particolare, gli edifici all'attenzione delle indagini sarebbero quelli di New Delhi e Tirana.
Nella capitale albanese il palazzo che ospita la sede della Commissione, ad esempio, è in periferia ed è di proprietà di una società che ha tra i proprietari un imprenditore residente a Ruoti di Potenza. L'affitto pagato per quell'edificio, secondo quanto si è appreso, è stimato fra 40 e 50 mila euro al mese, molto più di quanto probabilmente si sarebbe speso per una sede altrettanto prestigiosa nel centro cittadino.
"L'inchiesta ha permesso di appurare che, forse, si è cercato di aggirare il mercato pubblico, nel senso che alcune aziende hanno approfittato di certi atti irregolari per affittare alla Commissione immobili destinati a delegazioni all'estero, fuori dall'Ue e per contratti di consegna di materiale destinato a mettere in sicurezza i palazzi stessi" - ha riferito Jos Colpin, portavoce della procura belga. "Non sappiamo calcolare - ha aggiunto il portavoce - il pregiudizio per le aziende che non hanno potuto partecipare alle gare d'appalto, ma sulla base dei contratti che abbiamo già analizzato, siamo di fronte a decine di milioni e questo porta a pensare a tangenti per milioni di euro". Secondo quanto emerso, l'indagine sarebbe partita dalla denuncia di un imprenditore finlandese al quale sarebbe stata chiesta una "tangente" di circa 600 mila euro per potersi aggiudicare l'appalto della sede Ue di Nuova Delhi.
L'imprenditore, di fronte ad alcune difficoltà, avrebbe poi deciso di rivolgersi all'Olaf, sembra anche di fronte a richieste di denaro ritenute “troppo pressanti”. Il caso trasferito per competenza alla procura belga dall'Olaf tre anni fa, nel periodo in cui la Commissione era guidata da Romano Prodi, è stato seguito dal giudice istruttore Berta Bernardo-Mendenz, con il sostituto procuratore Pascale France, in collaborazione con la procura di Potenza. Il lavoro di indagine ha condotto ad un gran numero di perquisizioni in Italia e in Belgio, ma anche in Francia e in Lussemburgo.
Oltre che nella città lucana, i carabinieri hanno eseguito accertamenti a Matera, appunto a San Nicolò a Tordino (Teramo), L'Aquila, Frosinone e Roma, mentre in Belgio, contemporaneamente, venivano passati al setaccio uffici della Commissione europea e del Parlamento, abitazioni, sedi di imprese e di istituti di credito. Infine, nella notte gli arresti avvenuti nelle rispettive abitazioni dei tre italiani, a Bruxelles e nelle vicinanze.
Gli arrestati avrebbero riferito ulteriori particolari ritenuti utili all'indagine: il mandato d'arresto conta "più di dieci pagine", ha fatto notare Colpin. Gli arrestati compariranno venerdì 30 marzo davanti ai giudici della Camera di Consiglio che dovranno decidere se prolungare la custodia cautelare. Prima di quella data, il portavoce della procura, seguendo una procedura consolidata in Belgio, ai giornalisti ha solo confermato indirettamente il nome degli inquisiti, limitandosi a dire:"non posso contraddirvi" quando alcuni cronisti italiani hanno pronunciato le generalità dei tre. Uno dei tre finiti in cella, Sergio Tricarico, 39 anni ricopriva l'incarico di assistente parlamentare dell'eurodeputato Gianni Rivera.
L'ex atleta, appresa la notizia dell'arresto ha commentato: "non mi sono mai accorto di nulla. L'ho assunto perché me lo aveva consigliato Franco Marini". Italiani in manette a Bruxelles per un presunto giro di Tangenti. A finire in carcere sono Giancarlo Ciotti, 46 anni, funzionario della Commissione europea, responsabile del bilancio e delle gare d'appalto legate alle delegazioni all'estero; Sergio Tricarico, 39 anni, assistente parlamentare dell'eurodeputato Gianni Rivera e l'imprenditore Angelo Troiano, 60 anni.
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30/03/2007
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