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"La necessità di rivedere la missione del Consind e di ridurre i cosiddetti costi della politica"

Ascoli Piceno | Lettera aperta di Domenico Fanini.

di Domenico Fanini

Mi inserisco sul filone dell’intervento all’ Assemblea degli Imprenditori del riconfermato Presidente dell’Associazione degli Industriali della Provincia, Federici, circa la necessità di rivedere la missione del CONSIND e di ridurre i cosiddetti costi della politica.
Condivido generalmente entrambe le questioni, per aver in precedenza su queste ufficializzato la posizione della Democrazia Cristiana locale.

Nello specifico sulla proposta di ridurre il numero dei componenti il Consiglio di Amministrazione, debbo far presente però che il tavolo dei Partiti del centro-sinistra ha già adottato un criterio per ridurre i costi della politica, che non riguarda ovviamente solo il CONSIND ma tutti gli Enti di secondo grado e società partecipate, attraverso il dimezzamento delle indennità pur mantenendo il numero dei componenti i CdA.

Il problema vero è invece quello di rendere cogente questo principio!!!
Per quanto concerne invece il CONSIND ritengo utile far seguire, alle condivisibili affermazioni di principio, anche argomentazioni e proposte che ricerchino, prima metodologicamente e poi nel merito, convergenze tra gli addetti ai lavori: Istituzioni, Partiti, Forze sociali ed economiche.
Dal punto di vista del metodo credo possa essere funzionale all’obiettivo la convocazione da parte della Provincia di una Conferenza, che provi a delineare il futuro ruolo del Consorzio e la sua nuova missione.
Nel merito ripropongo in proposito la proposta politica della Democrazia Cristiana ascolana, già in precedenza resa nota, che parte appunto dall’assunto che l’originario ruolo istituzionale del CONSIND si è esaurito nel tempo.

Infatti, il Consorzio nacque nel 1964 per creare le strutture e le infrastrutture necessarie a promuovere e favorire l’industrializzazione e il lavoro nei Comuni del basso Piceno compresi nella zona CASMEZ.
Nel corso degli anni sono state realizzate opere varie: collettori fognanti, impianto di depurazione, realizzazione dell’asse viario attrezzato, assegnazione di aree per opifici ecc…e dal 1966 ha allargato la sua funzione fino alle valli del Tesino e dell’Aso.
Recentemente ha poi variato la destinazione d’uso delle aree industriali consentendo insediamenti anche commerciali.
Si può ritenere, a distanza di anni, che i fini per i quali il Consorzio di industrializzazione era sorto si sono pressoché esauriti.

Occorre perciò un nuovo strumento che consenta più snellezza e maggiore rapidità delle procedure e delle decisioni e puntare decisamente a realizzare una più snella struttura per promuovere la qualità del nostro sistema economico e produttivo anche a fronte delle infrastrutture già realizzate, di quelle programmate ed in corso di realizzazione.
Questi i presupposti per creare le condizioni per “vendere” un marchio di qualità territoriale,che riesca ad informare e far conoscere il perché è conveniente investire nel nostro territorio.
Il Consorzio oggi, una struttura elefantiaca composta da Comuni e Provincia, si è trasformato in uno strumento di regolazione politica in permanente conflittualità.
Ciò oltre a non qualificare la classe politica provinciale, risponde sempre meno agli interessi degli imprenditori e dei lavoratori.

Occorre invece una struttura più snella, più economica e più efficace, in sostanza più rispondente alle reali esigenze economiche e sociali del territorio: una Agenzia manageriale esperta in marketing industriale-territoriale ( il cui management venga ricercato attraverso pubblica selezione a carattere nazionale) per:

accertare il fabbisogno di risorse umane e professionale del sistema delle imprese;
adeguare i programmi alle nuove esigenze;
acquisire il parere dei Sindaci e della Provincia per fissare i nuovi obiettivi;
porre sul mercato un territorio nel segno della qualità e della convenienza ad investire;
gestire e controllare i processi in atto;
provvedere a progetti di recupero di ogni risorsa rinnovabile e non.
L’assegnazione delle residue aree può tornare come competenza ai Comuni di appartenenza nel quadro del Piano Territoriale di Coordinamento (PTC).

Il personale, che va assolutamente tutelato e garantito, può essere riassorbito negli Enti Locali tranne quello necessario per strutturare efficacemente l’Agenzia territoriale.

Anche alla luce della Istituzione della nuova Provincia di Fermo, la proposta che si avanza diventa utile per ridisegnare il territorio e rimodulare i servizi e le infrastrutture per la città-territorio che coincide con la nuova Provincia Picena: da Cupra Marittima-San Benedetto del Tronto-Vallata del Tronto-Ascoli Piceno-Arquata del Tronto-Comunanza.
Primario diventa quindi il progetto promozionale e propulsivo con l’obiettivo della qualità territoriale che incoraggi gli investimenti.

Segretario Provinciale
Democrazia Cristiana

31/03/2007





        
  



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