D’ora in poi gli enti locali e le amministrazioni possono conferire incarichi di collaborazioni e consulenze esterne solo rispettando rigidi vincoli procedurali. E’ questo il principio introdotto dalla legge finanziaria 2005. Si vuole così proseguire nel solco aperto, nell’estate scorsa, dal decreto “tagliaspese”, limitando il ricorso a questo strumento, considerato che esso oggi è utilizzato in modo eccessivo.

 

Ripetute sono le denunce della Corte dei Conti che stima in quasi 200.000 il numero complessivo delle consulenze in tutta la pubblica amministrazione.

 

Si devono poi ricordare le numerose sentenze con cui, la stessa magistratura contabile, continua a condannare amministratori e dirigenti che conferiscono con disinvoltura incarichi e consulenze.

           

I vincoli previsti dalla Finanziaria sono costituiti da tre princìpi irrinunciabili: 1)dall’obbligo di motivazione fondata, in particolare riferimento alla assenza di analoghe professionalità all’interno dell’Ente (straordinarietà ed eccezionalità dell’intervento), 2) dalla presenza del parere dei Revisori dei Conti, 3) dall’obbligo di trasmissione e informazione alla Corte dei Conti. La quale ha varato, a gennaio, una delibera concernente le linee d’intervento e i criteri interpretativi della nuova disciplina.

           

Senza questi vincoli il conferimento degli incarichi costituiranno illecito disciplinare e sarà fonte di responsabilità erariale.

           

Tutto viene confermato da una nota del dirigente del settore finanziario, dott. Sergio Laganà inviata al Sindaco il 7 gennaio scorso,che ha posto dei quesiti per predisporre la delibera di incarico per affidare ad un consulente esterno la redazione del nuovo Statuto comunale.

 

La Finanziaria ha stabilito anche che la spesa annua per studi e incarichi di consulenza conferiti a persone estranee all’amministrazione (per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007) non deve superare quella sostenuta durante il 2004. La quale , a sua volta, non poteva essere maggiore di quella sostenuta nel biennio 2001 e 2002, ridotta del 15%.

 

Cosa farà il Comune di Ascoli, adesso? Chissà quanti incarichi, consulenze, collaborazioni, prestazioni di servizio, ha utilizzato in questi ultimi anni. Alcuni di piccole entità (vedi Libetti) altre di dimensioni rilevanti. Voglio solo ricordare le consulenze legali di avvocati esterni che hanno difeso il Comune in tante vertenze esponendo l’Ente a costosi e corposi rimborsi.

 

Un esempio è l’ennesimo decreto ingiuntivo ottenuto dall’avv. Tedeschini dal Tribunale di Roma in data 29 novembre 2004 di 120.000 euro oltre interessi e spese. E il tutto è per aver difeso il Comune in una vertenza anomala quanto inutile, che è stata il ricorso contro la deliberazione n. 201 del 2002 dell’Autorità per la Vigilanza sui Lavori Pubblici, che aveva posto dei dubbi sia per l’accordo di programma “Case Minime”che per il “Polo Universitario”.

 

Parere dell’Autorità che per stessa ammissione della giunta non è vincolante per l’azione amministrativa, ma che non ha impedito al Sindaco di opporsi e di avventurarsi in un ricorso devastante economicamente per le casse comunali. A questo decreto va aggiunto uno analogo presentato il 2 luglio 2004 per 160.000 euro sempre dall’avv. Tedeschini e sempre per il “Polo Universitario”.

 

E come si comporterà ora il Sindaco dopo la nota di Laganà di gennaio e dal momento che si continua a parlare di un consulente per la revisione dello Statuto, dopo che la Commissione Affari Istituzionali si è riunito 177 volte per licenziare un testo ora dimenticato in qualche cassetto?

           

E i consulenti per il Piano Regolatore? Lo stesso sindaco ha ricordato, proprio in Consiglio Comunale, che sono pronti sia l’Ufficio di Piano che le convenzioni per i consulenti incaricati. Staremo a vedere come si comporterà e come riuscirà a districarsi tra attriti della maggioranza, sempre più palesi, e i vincoli posti dalla Finanziaria 2005.